Un mio amico mi diceva che non leggeva mai L'Unità perché sarebbe stata una inutile ripetizione di quello che lui stesso pensava. Il mio timore è che ci si ritrovi ad essere compiacenti tra di noi, mentre viene lasciata agli altri una reale prospettiva di governo che tenga conto delle molteplici sfaccettature che arricchiscono e rendono unico il nostro paese. La mia speranza è che quelli che se ne andranno possano un giorno riportare al partito democratico quelle terre che abbiamo perso perché solo così possiamo dare al paese un vero governo progressista e di centro sinistra. Che siano per lo meno gli esploratori di un futuro migliore.
19 maggio 2015
Il PD che si perde e si ritrova
Ciao a tutti, scusate il ritardo, comunque sia giovedì sera non potrò esserci perché sono di turno. Mi sembra di aver capito che ci si ritrova per discutere in sostanza sull'uscita di Pippo Civati dal partito democratico. Dato che continua ad essere un punto di riferimento politico e, permettetemi dirlo, anche culturale, capisco il disagio che tale scelta sta determinando in molti di noi. La sua uscita ha tutto il dramma di chi credeva in un progetto che ora rischia di ritrovarsi senza una di quelle parti ritenuta fondamentale per portarlo avanti con il giusto equilibrio e contrappeso. O per lo meno a quella a cui ci si sentiva più legato, più partecipe, e perché no, soprattutto più affezionato. Voglio dire, senza nascondermi, che nonostante un certo fastidio che ho maturato verso Pippo col passare del tempo perché non è che sia proprio la persona più simpatica del mondo, la sua uscita mi angoscia perché si sfilaccia un gruppo che nel partito democratico sentivo più affine al mio modo di pensare e di essere. Di Pippo ho sempre apprezzato il merito di ascoltarci, di essere tra di noi, di cercare di fare politica per unire, di fare da ponte con quella parte della sinistra che un partito di governo si ritrova a dimenticare perché spesso gli ideali che le parti estreme rappresentano, quanto più sono alti, tanto più non riescono a tenere il passo con la politica reale. E uno come Pippo nel partito democratico secondo me aveva la capacità di farci rimanere con lo sguardo verso l'alto. Forse in lui è mancata la pazienza e la tenacia di saper dare una prospettiva di miglioramento a quello, perché ci deve pur essere qualcosa, che di positivo è possibile trovare nell'attuale politica del partito democratico. Politica che non si ferma a quella di governo, ma che vive dell'esperienza e della pratica amministrativa ampiamente diffusa tra i comuni, le province e le regioni del nostro paese. (Per questo avrei compreso maggiormente l'uscita di Pippo dal parlamento invece che dal partito.) Non può finire un progetto se si sbaglia segretario, se in un PD ante litteram viene candidato come premier Rutelli, se vengono prese scelte di natura militare contrapponendosi in toto alla sinistra pacifista e chissà per quali tanti altri motivi si potrebbero fare degli esempi. Io credo che si debba ritornare a riflettere sul perché sia nato il partito democratico. Forse mi sbaglio e qualcuno potrebbe dirmi che non ho capito niente. Ma a me è sembrata come la soluzione ovviamente perfettibile per poter mettere insieme attraverso regole democratiche le anime progressiste del centro sinistra. Un'area con l'ambizione maggioritaria che ora si svuotata della sua parte più riflessiva. E non c'è peggior cosa che lasciare in uno spazio democratico come dovrebbe essere per l'appunto quello del partito democratico che un pensiero unico prenda il sopravvento magari con totale scherno verso gli altri modi di pensare. Avrei sperato che non si lasciasse che il principale errore di Renzi fosse lasciato venire giù come una valanga, spostandosi tra l'altro fin dall'inizio come hanno fatto molti all'indomani del l'esito delle primarie sul nuovo segretario. Il Pd deve ritornare ad essere il luogo del dialogo e del confronto e quindi delle scelte democratiche. E il nostro gruppo da questo punto di vista rimane una preziosa risorsa. E tra l'altro credo che il nostro tempo e la nostra occasione per diventare maggioranza all'interno del partito un domani ci possa essere ancora. E che continuare a fare politica nel partito democratico sia ancora bello perché più combattivo, più stimolante perché propenso al confronto con altri punti di vista. Farlo nella Lega per esempio deve essere di una noia paurosa.
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