Si sente spesso dire che rispetto a qualche tempo fa, ai nostri tempi, non ci sono più quei genitori che ascoltano gli insegnanti per mettere in riga i propri figli. Quelli di oggi li difendono a spada tratta e questo porta gli stessi insegnanti ad evitare di entrare troppo in discussione con i genitori stessi. Ovviamente non si deve fare tutt'uno di quella che comunque al giorno d'oggi è percepita come una tendenza generale.
Tra le cause che hanno portato i genitori ad andare contro gli insegnati invece che preoccuparsi di rimettere in riga i propri figli c'è tutta una serie di rappresentazioni verso quest'ultimi che ne motiva per l'appunto un certo tipo di atteggiamento. I figli di oggi vengo idealizzati come esseri belli, bravi, dei piccoli Gesù bambino che portano pace e amore all'interno della famiglia. Le coppie nel figlio, spesso nel loro unico figlio avuto in tarda età con tutte le difficoltà del caso, trovano il loro reale motivo per stare insieme. La donna tra lo stress, la precarietà, la competizione del giorno d'oggi, la mancanza di realizzazione in una società che sposta sempre il traguardo più in là, ha nel suo pargolo finalmente l'immagine di qualcosa di concreto che è stata in grado di realizzare. L'uomo può finalmente fare il padre senza l'ansia di mettere in campo tutto il "suo narcisismo virile" che la società tendenzialmente competitiva in cui viviamo richiede. Il figlio diventa la giustificazione del proprio essere, lo scudo per proteggersi contro le critiche di una società che non ti aiuta, che è minacciosa ed è per tanto da guardare con diffidenza. Il figlio viene rappresentato come un individuo già competente, già eticamente e moralmente formato che è in grado di stabilire quella pace che il nucleo famigliare altrimenti non potrebbe avere. "Stiamo insieme solo per i figli". Tutto questo comporta il fatto che non si ha più l'immagine del figlio come una creatura dominata da pulsioni, da educare. Per questo va difeso contro le insegnanti che osano criticarlo. La sua idealizzazione va protetta. Ma questo, sarebbe inutile precisarlo, serve più ai genitori a proteggere la loro capacità di realizzazione, che a fare il bene dei propri figli.
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