10 novembre 2009

UNA CROCE APPESA AD UN MURO


La scuola, se non sbaglio, deve almeno in linea di principio educare, insegnare e formare, non condizionare. La presenza del crocifisso, senza negare la positività dei significati simbolici che rappresenta, pone la religione cattolica in una posizione di privilegio. Non possiamo pretendere la laicità dagli altri facendo eccezioni sulla nostra. Inoltre bisogna tener conto del fatto che la Corte europea dei diritti dell'uomo si basa appunto sul diritto nel formulare le proprie decisione. Ovvero agisce su "un insieme ed un complesso (in genere sistematico) di norme che regolano la vita dei membri della comunità di riferimento". Il diritto è un giudizio che scaturisce da principi e norme fondamentali, non dal comune pensiero del momento. Se così non fosse la carta dei diritti dell'uomo avrebbe un valore relativo alla maggioranza e non ad un impianto di tipo filosofico. Quello che voglio dire è che in una discussione ragionata e non dettata dalla propria emotività la decisione della Corte europea appare del tutto coerente non solo con la funzione che rappresenta, ma anche con il nostro sistema normativo. Non si tratta dunque di parlare né di dittatura della maggioranza, né tanto meno della minoranza come molto cinicamente affermano alcuni. Il riferimento alla storia e alle tradizioni di un popolo è invece tutt'altra cosa rispetto al ruolo che uno stato moderno dedica alla scuola. Certa simbologia si è affermata in condizioni storiche del tutto particolari, spesso in epoche in cui i testi sacri avevano valore legislativo e la separazione tra stato e chiesa non era ancora così netta. Ma non ci sono motivazioni valide per fermare il processo evolutivo di un stato soprattutto se ormai necessita di mettersi in stretta relazione con formazioni di tipo comunitario. Non possiamo negare il percorso che stiamo facendo e dimenticare con chi e dove stiamo andando per rispetto soprattutto di noi stessi. Non sarà una croce appesa ad impedirci di varcare un muro per poter andare avanti.

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