
Per un attimo mi fermo a guardarmi nello specchio. Voglio capire che cosa è rimasto di tutto quello che ho saputo fare. M'interessa l'aspetto esteriore, quello che conta, insomma quello che si può mettere sul piatto della bilancia. C'è il peso di tanti buoni propositi che surclassa del tutto qualsiasi tipo di risultato. Ma allora non mi rimane che giungere ad una semplice conclusione, anzi ad una sentenziosa dichiarazione: Sono ignorante. C'è un' ignoranza di fondo, di base. Ci sono livelli che mi rimarranno per sempre allo scuro. Si tratta di una inaccessibilità probabilmente in comune con la maggior parte delle persone, ma il peso di certi limiti affiorano maggiormente a seconda del consteto in cui si è deciso di vivere. Ci sono poi livelli comprensivi che potrebbero essere raggiunti con un adeguato sforzo mentale. Ma in questo caso subentrano gli ostacoli della voglia, che quando manca è la peggior zavorra che ci possa essere. Ormai lavoro di pancia, lasciando alla testa svolgere quei pochi compiti che ha saputo imparare. Tutto quello che potrò apprendere, al di qua del mio livello, potrà soltanto essere la conseguenza di una esercitazione ottusa ed ossessiva. Lascierò poi all'esperienza la correzione dei miei errori.
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