
Anche la nota rivista "Le Scienze" ha posto l'attenzione su un recente dibattito che riguarda l'effettiva esistenza dei neuroni specchio negli esseri umani. Essendo praticamente impossibile fare esperimenti invasi sull'uomo, andando a toccare una specifica classe di neuroni, ci si è avvalsi finora dell'utilizzo di metodiche indirette. Tuttavia nei macachi si è potuto localizzare i neuroni specchio tramite elettrodi impiantati nel cervello. La specificità di questi neuroni sta nel fatto di potersi attivare sia quando viene compiuta attivamente una specifica azione, sia quando essa viene passivamente osservata in un altro individuo che la sta compiendo. Ma le certezze che riguardano alcune specie animali, non sono per forza di cose del tutto correlabili agli esseri umani, neppure di fronte a delle forti analogie. La questione è che nelle tecniche di brain immaging finora utilizzate l'attivazione di un gruppo di neuroni non permette di visualizzare se la doppia risposta sia frutto di un singolo tipo di cellule nervose o se piuttosto sia una sovrapposizione di cellule motorie con altre percettive. Alcuni ricercatori hanno utilizzato una tecnica, chiamata fMRI adaptation, che si basa sul presupposto che una cellula nervosa sottoposta ad uno stimolo ripetitivo risponda in modo decrescente. I neuroni specchio dovrebbero adattarsi sia che lo stimolo sia motorio, sia che sia percettivo. Ma le loro osservazioni l'hanno escluso. Dunque l'interpretazione di questi dati ha riaperto il dibattito sulla presenza dei neuroni specchio nell'uomo. Si è criticata la tecnica della fMRI adaptation per le sue difficoltà interpretative. L'adattamento interessa il lavoro sinaptico che in una cellula nervosa possono interessare canali diversi. Si è ricordato che ci sono un notevole numero di lavori scientifici che hanno portato prove indirette sulla presenza dei neuroni specchio. Si è più filosoficamente chiesto come mai l'evoluzione avrebbe dovuto cancellarli nella nostra specie. Quello che invece mi chiedo io è se la tecnica tanto dibattuta non sia stata utilizzata sui macachi. Se l'accoppiamneto diretto è stato dimostrato appunto direttamente sulla pelle di questi poveri animali, la fMRI adaptation dovrebbe dare gli stessi risultati. Forse mi sfugge qualcosa se non altro per la limitatezza delle mie conoscenze. Ma poi, parlando più terra a terra, che cosa cambierebbe se due funzioni vengono svolte da due neuroni separati piuttosto che da uno?
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