
Avrei voluto elogiare la rara scelta che un uomo politico finalmente fa, ovvero quella di lasciare la scena per dedicarsi alla famiglia. Scelta che ovviamente è possibile fare soltanto se si è in determinate condizioni. Sergio Cofferati ha preso in mano una città. L'ha guidata probabilmente scontentando molti tra coloro che credevano in lui. Ma è sembrato deciso nel portare avanti scelte che andassero a favore di tutta la cittadinanza nel pieno rispetto delle regole. Ha cercato di non cavalcare facili ideologie che avrebbero soltanto continuato a fomentare vecchie utopie. Forse è stato semplicemente un sindaco normale, un amministratore che non ha saputo far fare ad una città quel passo in più che da una personalità come la sua i sui elettori si sarebbero aspettati. Per alcuni Bologna potrebbe far più schifo di prima, per altri si è limitato il peggio. Fatto sta che quest'uomo da giudicare per il suo operato non chiede nè riconferme, nè rivincite. Se ne va. Vuole essere vicino al figlio di un anno. Lui, ormai con una storia alle spalle che lo ha visto protagonista della scena pubblica di questo paese, toglie il disturbo perchè a sesant'anni deve mettersi a fare il padre. Ma chissà se nel cambiare i pannolini si porà qualche domanda su che cosa voglia dire essere un uomo di merda. A volte non è facile fare distinzioni.
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