09 dicembre 2008

L'ARTE DELLA VITA


Si è spesso impugnato il giuramento di Ippocrate per sostenere che un medico deve essere per principio contro l'eutanasia e l'aborto: "Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo". In realtà nello scritto dell'antico medico non viene dato nessun tipo di giudizio morale. Egli prescrive semplicemente delle regole che delineano i confini dentro i quali deve essere esercitata una professione. Tanto è vero che dice anche: "Non opererò coloro che soffrono del male della pietra, ma mi rivolgerò a coloro che sono esperti di questa attività". Insomma per Ippocrate c'è u campo di azione della medicina che non deve oltrepassare quello dei chirurghi, delle mammane e degli eutanasisti. Ma non si tratta di fare ragionamenti e facili deduzioni sul pensiero di una figura storicamente così importante, prendendo in esame poche righe. Infatti altri documenti chiariscono come lo stesso Ippocrate considerasse l'eutanasia come qualcosa di assolutamente umano, dunque da rispettare. Probabilmente Ippocrate considerava la medicina un'arte della vita, dove le cure da rivolgere ai propri pazienti non dovevano mai superare certi confini.

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