
Il ponte dell'architetto Calatrava recentemente terminato sul canal grande a Venezia, ha fatto parecchio discutere. Come molte opere ha visto i suoi costi iniziali aumentare considerevolmente. Ha suscitato notevoli polemiche perchè fin dalla sua progettazione non ha tenuto conto dell'accessibilità dei disabili. Una volta terminato, ha fatto sorgere il problema della sua pericolosità in quanto i suoi gradini sono risultati essere particolarmente scivolosi. Un' opera costata parecchi milioni di euro non solo non consente il passaggio a chi è costretto a muoversi con una carrozzina, ma mette a rischio di una possibile caduta tutti i passanti. Dalle poche immagini che si possono ritrovare su internet appare come una linea curva piena di leggerezza. Dal punto di vista architettonico è un'opera sicuramente ammirevole. Più difficile è fare una sua valutazione tenendo conto del contesto paesaggistico in cui sorge. Fatto sta che lo si cerca, lo si guarda e ci si ragiona sopra. Non è un ponte che lascia indifferenti. E' inevitabile porsi domande sulla sua funzionalità e dunque sui suoi limiti che sono parsi in questo senso. Il ponte è per definizione un mezzo che permette di unire due sponde. E' un risultato tecnologico dell'ingenio umano. Gli antichi romani erano maestri nel costruirli e non per niente erano la società più avanzata della loro epoca. Con il ponte di Calatrava si è un po' lasciato da parte il discorso funzionale. Non che l'opera fu iniziata senza pensare ad un certo gusto estetico. Ci mancherebbe altro, visto che siamo in una delle più belle città del mondo. Ma con il venire alla luce di tutti i suoi limiti, ha fatto emergere tutto il suo valore essenziale che è unicamente artistico. E' nell'essere un'opera, ma funzionale per definizione, che il ponte di Calatrava è diventato un capolavoro, soltanto da ammirare senza troppi ragionamenti. Se la Gioconda fosse ancora il ritratto di una signora, non sarebbe quell' opera magnifica che tutti noi conosciamo.
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