13 ottobre 2008

CENTOCINQUANTA


La Brianza ha perso due ventenni, uno di 23 e l'altro di 28 anni. Il primo a semaforo verde è partito a tutto gas con la sua moto tanto da impennare. Su un rettilineo dove, dopo un sotto passo, ci sono tre incroci a t e alla fine un cavalcavia, ha raggiunto la velocità di 150 km/h. Si è schiantato contro una macchina tentando inutilmente di frenare. Il secondo è uscito di strada con la propria Porsche. Andava anche lui a 150 km/h. La sua auto sportiva non è riuscita a tenere la strada. Ma non sono soltanto i giovani a morire a 150 km/h. Il leader politico austriaco dell'estrema destra J. Haider è morto dopo aver fatto un incidente andando più o meno a 150 km/h, su una strada il cui limite di velocità era esattamente la metà. Personaggio dall'ideologia certamente discutibile, aveva 58 anni. Insomma un uomo maturo, un padre con tutti i divetti che una persona possa avere, ma con l'incoscienza di chi sembra avere la spensieratezza di un ventenne. Siamo in un contesto diverso, Italia e Austria per certi versi sono due paesi molto lontani. Ma in questa corsa al massacro entrano in gioco padri e figli allo stesso modo. Senza la pretesa di trovare improbabili legami, da questi tragici eventi ancora una volta emerge uno dei problemi maggiori del giorno d'oggi. C'è una cronica carenza educativa. L'educazione non è qualcosa di nozionistico, ma si basa essenzialmente sul dare il buon esempio. Il padre autoritario di una volta, pur con metodi discutibili, quello che raccomandava al proprio figlio lo metteva lui stesso in pratica. C'era anche una maggior rigidità morale che permetteva di essere più coerenti. Oggi invece mancano gli esempi.

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