
E' ampiamente risaputo che la stanchezza influisca sulla memoria. Ognuno di noi ha provato sulla propria pelle che cosa voglia dire non aver dormito la notte. I sintomi che si manifestano sono diversi, come la ridotta capacità di concentrarsi o la presenza di un umore depresso. I richiami della propria memoria diventano più difficoltosi. Si instaura una sorta di pigrizia mentale, dove diventa difficile ricordarsi ad esempio i particolari di una lezione appena studiata. I ricordi sembrano sfuggire dalla mente, come se il nostro hard disk cerebrale, profondamente stanco, non riuscisse a fermare le nuove informazioni che acquisiamo. Recentemente mi è capitato di ritrovarmi in una situazione simile. Ho dormito poco e durante la giornata ne sentivo tutte le conseguenze. Ho notato che non riuscivo più a ricordare il numero della mia carta bancomat. Per ben due volte, prima dal benzinaio, poi al supermercato, ho sbagliato a digitare i numeri del p.i.n. In realtà quello che non riuscivo a ricordare non erano i numeri in sè, ma la loro sequenza che viene memorizzata per comodità, tenendo presente la posizione dei numeri sulla tastierina. Era dunque la memoria di tipo procedurale che era venuta meno. Questo tipo di memoria implicita ha la sua sede nei nuclei della base. Ci permette di memorizzare quei movimenti che facciamo abitualmente come ad esempio il semplice camminare. Altrimenti dovremmo tutte le volte pensare a quali passi dovremmo fare. Ecco io ho dovuto fare mente locale su come i miei polpastrelli si dovevano muovere sui numeri da digitare. E' evidente che tutto questo ha comportato una perdita di tempo. La mia memoria procedurale non mi ha aiutato a svolgere una precisa sequenza con un tempo di reazione trascurabile, praticamente in automatico. Forse alla guida della propria auto, quando si è stanchi, viene meno la memoria procedurale, anche se magari solo in maniera episodica. Questi deficit aumentano i tempi di reazione con tutte le conseguenze che si possono avere.
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