
Il taglio cesario ha permesso la nascita di bambini dove l'evento del parto sarebbe stato segnato da complicanze anche mortali sia per il nascituro che per la partoriente. Però oggi si denuncia l'eccessivo utilizzo di questa tecnica chirurgica. In Italia ad esempio si è oltre la percentuale dei parti che dovrebbero effettivamente richiedere un tale approccio. Addirittura in una regione come la Campania i parti con il taglio cesareo costituiscono oltre il 40% dei parti totali. Curioso è che la stessa regione gode della maggior percentuale di gravidanze in età giovanile, cosa che dovrebbe favorire il cosiddetto parto naturale. Sembra che il motivo di queste discrepanze di dati sia dovuto al fatto che il taglio cesario comporterebbe un maggior introito economico per le cliniche che lo eseguono. Le donne sono motivate dalla loro scelta in base a diverse cause psicologiche. Tuttavia per molti il taglio cesareo toglie quella sofferenza poetica che segna l'evento del parto. E' senz'altro qualcosa di innaturale. Eppure anch'esso non toglie l'emozione che consegue alla nascita di una nuova vita. Vedere la lama del bisturi che si fa strada tra la cute della donna è sempre una scena che stringe lo stomaco. Non c'è niente di poetico in una scena tanto cruenta, quanto silenziosa che sembra essere più adatta al contesto di un film horror. Però poi quando la lama ha penetrato i fasci muscolari dell'utero e rotto il sacco placentare facendo sgorgare il liquido amniotico, sale un'emozione indescrivibile perchè un attimo dopo si è tutti a guardare la nuova vita che è nata. Il parto cesareo sembra la caduta in un vuoto che spinge ancor più in alto.
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