24 febbraio 2008

SIAMO TUTTI SANTI


Nella cultura cristiana il santo è stato sempre una figura di riferimento importante. Esistono santi per ogni caratteristica della vita umana appunto per poter avere l'esempio da seguire in ogni ambito. La santità è intesa come un punto di arrivo massimo di un cammino spirituale. Il santo non è un genio, ma è colui che ha saputo fare della sua umanità espressione piena dell'amore divino. Sotto il papato di Giovanni Paolo secondo c'è stata una proliferazione di nuovi santi. Ci sono state delle perplessità specialmente su alcune nomine considerate eccessive, tuttavia è innegabile che il messaggio, che si è in questo modo dato, è stato forte. Ognuno può raggiungere la santità perchè di fronte all'accettazione del vangelo non ci sono discriminazioni. Il cristiano nel pieno della sua vita spirituale può sentirsi guidato dalla mano divina perchè si è donato totalmente al volere del padre eterno. Con l'eucaristia ha assunto il corpo di cristo. Nel cosiddetto mondo laico il santo è invece colui che si è fatto uno con l'altro. Questo avviene nel momento in cui una persona dona la propria anima e le proprie forze a chi è più debole, a chi ha avuto la sfortuna di nascere con una disabilità. Anche le madri nel loro accudimento per i figli raggiungono la santità. Sante sono tutte quelle persone che sentono il bisogno dell'altro pur magari non avendo apparentemente bisogno di niente. Forse è l'uomo stesso ad essere santo per definizione. Purtroppo spesse volte si allontana da questa sua realtà perchè fa prevalere quelle caratteristiche più basse della natura umana che danno soltanto un'apparente stato di benessere. La spiritualità, intesa come arricchimento interiore, è qualcosa di fondamentale per l'essere umano. Essere materialisti vuol dire rinnegare la propria identità.

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