
La politica italiana è rimasta in una fase statica, se non per qualche breve oscillazione, fino all'operazione giudiziaria del 1992. Quest'ultima ha segnato una stagione tanto attessa dalla maggior parte delle persone che, a parte alcuni ingenui, avevano ampiamente capito che cosa volesse dire fare politica. Infatti era ampiamente risaputo che la politica era ormai diventata l'arte di fare i propri interessi personali a scapito della collettività. Si è perso, non si sa da quanto tempo, il significato originario che definisce la politica come l'arte di governare. Probabilmente racchiude ancora in sè una retorica finalizzata a farsi acquistare, politicamente parlando, attraverso dei voti, che diventano così già all'origine una sorta di arricchimento personale. Il peso economico del proprio pacchetto di voti, oggi in italia, rappresenta un patrimonio che permette di aprire innumerevoli porte e di ottenere praticamente tutto. Chi riesce a coinvolgere anche i propri famigliari nell'arte di fare politica da vita ad una sorta di aristocrazia. Dunque "mani pulite" è stato l'evento atteso e scontato che, come si capisce già dalle mie considerazioni, ha smosso un panorama politico veterotestamentario per tentare di dar vita ad una nuova stagione (tanto per usare la terminologia di adesso). I presupposti di un nuovo tipo di fare politica, che si basasse per lo meno su una profonda etica che tenesse conto del valore del ruolo di governare per il bene della collettività, sono con il passare degli anni diventati sempre più delle mere illusioni. Anzi, il panorama politico è diventato subito chiaro: o con Silvio Berlusconi o contro di lui. Questa checchè se ne dica è la politica italiana da 15 anni a questa parte. E' inutile tirare fuori i soliti discorsi del tipo bisogna avere un progetto in comune, non si può essere solo contro ecc. ecc. Tutte balle, per fare quattro cazzate in Italia c'è poco da avere chissà quali ideali. Piuttosto siamo da anni di fronte ad un personaggio che ha un potere mediatico tale da rendere isterico qualsiasi altro tipo di schieramento politico. Il problema è che mentre all'inizio Silvio Berlusconi era la persona negativa da non votare se non per qualche perversa illusione macchiavellistica del mondo, oggi da non votare è il berlusconismo. Quello a cui siamo di fronte è un problema culturale frutto di una situazione anomala che ha portato tutti ad annaspare nella rincorsa ad un uomo che ha saputo rendere l'Italia succube della propria immagine. Ecco perchè la gente non sa più chi votare se ha un minimo di senno per capire che il proprio voto servirà a fomentare sempre più il berlusconismo. Esso non è nient'altro che un' evoluzione dell'arte di fare politica, nella sua accezione più moderna, purtroppo.
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