
Probabilmente una volta l'uomo non aveva neanche il tempo di avere dei problemi esistenziali. Era ancora soggetto ai bisogni naturali come quello di guadagnarsi almeno una pagnotta di pane con il sudore della fronte per poter sopravvivere. L'uomo comune ha per secoli simbolicamente fatto la vita degli animali della savana sia da predatore, correndo per procacciarsi un pò di cibo, sia da preda nel suo continuo sfuggire dalle avversità della vita. Oggi le cose sono decisamente cambiate segnate da un evoluzione senza precedenti che ha portato l'uomo nel secolo scorso ad una radicale diversificazione dei suoi ritmi di vita. Sicuramente tutto questo ha comportato un minor rispetto della propria biologia. L'importanza del ciclo sonno veglia sta ad esempio perdendo sempre di più significato. Ci sono fattori che riguardano la sessualità che un tempo, nell'esigenza dell'attesa, potevano maturare. Oggi si tende a sprecare e a consumare tutto. Insomma i problemi l'uomo gli ha sempre avuti, ma mentre una volta aveva il tempo di capirli e risolverli, adesso non ha nemmeno più i tempi di recupero. Se una cosa è sbagliata la si butta via, se una cosa non si riesce a fare la si cambia con un' altra attività. Invece una volta si cresceva con quello che si aveva e c'era il tempo di interiorizzare. I bambini prima di tutti sono vittima di questa situazione. Non solo non hanno più tempi di recupero, ma non sono più educati ad appasionarsi a qualcosa. Quello che i bambini devono fare è nella maggior parte dei casi finalizzato alla competizione. Il risultato è un diffuso senso di fragilità che comporta l'attivazione di tutta una serie di meccanismi di difesa.
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