14 febbraio 2008

CAPIRE PER ACCONSENTIRE


Il rapporto tra un medico e il suo paziente è di particolare importanza. Esso permette di arrivare a formulare un' ipotesi diagnostica attraverso un' adeguata anamnesi. Quest'ultima non è che un dialogo tra i due attori. Essa non si limita soltanto alla registrazione della storia clinica del paziente, ma permette di instaurare una vera propria relazione. Il medico potrà in questo modo pesare le proprie azioni, valutandole in base alla psicologie del suo paziente. Questo aspetto agli albori della pratica medica e di una sua definizione metodologica era trascurato, tanto è vero che figure come Ippocrate sostenevano che il paziente non dovesse parlare per non interferire con il sapere del medico. Oggi giorno invece si denuncia l'eventuale mancanza di dialogo. Significativo è ad esempio la richiesta di un consenso informato da parte del medico al proprio paziente per poter eseguire delle terapie. Molto spesso questo viene visto come un passaggio burocratico. In realtà il consenso informato eleva il paziente alla consapevolezza. Dunque pemette di poter proseguire una relazione adeguata in cui il contributo delle proprie conoscenze giova sia al medico, sia al paziente. Infatti il primo può essere certo che le sue azioni verranno capite e accettate, il secondo potrà mettere a disposione tutto se stesso perchè non si troverà in una situazione di incertezza, ma di piena consapevolezza.

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