
C'è chi pensa che l'aborto per qualcuno sia un gioco, da fare a seconda delle convenienze. E magari si vuol fare ancora in modo che sia uno gioco pericoloso, al di fuori delle regole, nelle mani sbagliate. L'aborto è senza ombra di dubbio un dramma che sconvolge la vita di una donna e di una famiglia intera. E' una scelta che si compie perchè si ama troppo la vita per poterla farla nascere senza dignità, senza prospettive, senza che abbia il tempo di fiorire in tutto il suo splendore. E non si tratta di arrivare a fare delle scelte dettate da chissà quale tipo di eugenetica. Si tratta di accettare o di rifiutare il dono della vita perchè per esso si è i principali protagonisti, non si è dei semplici spettatori passivi. Fino a prova contraria nessuna donna rimane incinta per immacolata concezione. Il concepimento è un processo naturale che non può rendere schiavo l'essere umano tra l'altro determinando conseguenze negative a chi potrebbe potenzialmente nascere. Per cosa poi? Per un valore in sé della vita? Perchè è come se fosse un capolavoro unico per forza da conservare? La vita intrauterina non è un semplice là o una cosa statica, ma è un processo di crescita che non può prescindere dalla vita di una donna. Abortire vuol dire anche poter pensare al futuro di una prossima vita che nulla vieta di dire che sia la stessa alla quale si è detto di aspettare o almeno così dovrebbero pensare quelli che non credono che sia soltanto una combinazione di triplette. Se i propri figli nascessero sotto i cavoli l'uomo avrebbe ben poche responsabilità, ma come è invece nella realtà non ci si può negare un ruolo soltanto per paura che ci si sporchi la coscienza. Fare un figlio, si dice così, è un atto di responsabilità non da compiere per la vita in sé, ma da compiere affinchè si possa guardare, abbracciare, coccolare ed amare. E se qualcuno vede tutto questo espresso anche nella possibilità di un minimo gesto, di una semplice presenza, beh, allora ha accettato il suo ruolo.
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