09 gennaio 2008

L'AMERICA BLOCCATA


Negli stati uniti d'America il prossimo presidente sarà di destra, semplicemente perchè non c'è nessun candidato di sinistra. Se qualcuno volesse trovarne uno tra i democratici rimarrebbe deluso. E' solo una sinistra nel senso più convenzionale del termine che in comune con quella italiana ha il fatto di poter lasciare, anche se minima, una speranza di cambiamento. Il voto è ormai diventato una scommesa sulle proprie speranze. Purtroppo penso che a vincere una competizione così importante come le prossime elezioni del presidente più forte del mondo sarà ancora una volta la destra, quella dei Bush che io considero estrema. Ancora una volta si devono fare dei parallelismi, che a qualcuno potrebbero sembrare impropri, con la politica italiana. La destra riesce ad essere sempre più compatta ideologicamente e questo determina un'unicità intrinseca nelle proposte dei suoi candidati. Inoltre è ereditaria di un insegnamento di antica data: divide et impera. In questi giorni sono iniziate le primarie per decidere quale sarà il prossimo candidato dei due schieramenti principali alla corsa presidenziale. Quelli repubblicani sono decisamente rimasti un po' in sordina, senza dare troppo l'idea che qualcuno dovesse prevalere sugli altri. Hanno fatto una campagna di candidature annunciate, attese e disattese e alle prime votazioni i pezzi forti come R. Giuliani sembra quasi che abbiano lasciato la gloria ai paladini locali. I democratici invece, mi spiace dirlo, hanno messo sul piatto dei candidati che gli sfavoriranno. La donna, l'uomo di colore: se il cambiamento deve ancora essere esteriorato con questi aspetti, allora non si è del tutto maturi. Per carità, saranno anche delle persone eccezionali, ma hanno la sfortuna di trovarsi insieme con delle caratteristiche banali che dovrebbero essere inutili, ma che determineranno forti motivi di divisione nell'elettorato, evangelico veterotestamentario, americano. I repubblicani, probabilmente più sgamati, giocano su questi aspetti per mandare in crisi i democratici. Tra l'altro sanno benissimo che Obama non ha spessore politico, ma dato che è l'uomo di colore, simbolo del cambiamento, del riscatto e dunque simpatico, lo sostengono contro la Clinton. Divide et impera. Lei inoltre ha la sfortuna di rappresentare una continuità che gli americani penso non vorranno più, ovvero quella del figlio di, della moglie di. E poi c'è sempre la carta cattura eccezionale, vedi Bin Laden, o attentato che sono gli assi perennemente in mano alla destra.

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