
E se il Papa arrivasse nella mia facoltà? Sarebbe a dir poco un' emozione. Mi dispiacerebbe molto se dovessi perdere un'occasione del genere per colpa di un gruppo di professori firmatari e di studenti accaldati. Da una figura così carismatica avrei senz'altro qualcosa da imparare. Immagino già l'auditorium gremito, i cuori palpitanti d'emozione, gli sguardi attenti ed incantati. Stiamo parlando del Papa, leader della più grande comunità religiosa del mondo. Non volerlo ospitare nella propria università è in primo luogo un impoverimento culturale. Mai e poi mai bisogna negarsi la ricchezza di un confronto diretto, di un'esperienza così profonda da poter raccontare per tutta la vita. Se non ricordo male negli USA hanno avuto come ospite l'attuale presidente iraniano, personaggio che ne ha già dette di cotte e di crude. Ha potuto parlare, ha conversato, ha risposto ad alcune domande. Nessuno gli ha tessuto le lodi, ma tutti hanno potuto farsi un' idea diretta di un personaggio che nel bene o nel male è protagonista del nostro periodo. E' stato un modo di partecipare alla storia. Il gesto simbolico di non far entrare una persona che ha dei pensieri considerati sbagliati è raccapricciante. Un modo per creare un'ulteriore spaccatura, dunque divisioni. Piuttosto avrebbero potuto richiedere qualche alzata di mano, una decina di domande fatte da qualcuno che avesse avuto una sorta di spirito da kamikaze per farsi letteralmente distruggere dialetticamente dall'attuale Papa. Invece niente, ha prevalso la maleducazione provocata da uno spirito critico che non tollera non tanto le diversità di opinioni, ma la diversità dell'essere, dell'appartenere a qualcosa che non rientra nelle proprie categorie. Queste sono modalità naziste. Gli appunti critici su alcune parole del Papa sono soltanto un mero pretesto per barricarsi dentro il proprio gruppo. La chiesa è la chiesa e per un laico non credente ci devono continuare ad essere delle differenze sostanziali con la propria visione del mondo e della storia altrimenti le due categorie non avrebbero ragione d'esistere. Ma se si nega l'ospitalità vuol dire che si ha paura di perdere se stessi. A me simbolicamente è stata negata la possibilità di dissentire su quello che avrei potuto sentire dalla diretta voce del Papa in un luogo impregnato di laicità. Sarebbe stata per lo meno un'esperienza che mi avrebbe fatto gasare intellettualmente. Dal vuoto non ho mai imparato nulla.
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