
Non c'è peggior cosa che passare dalla ragione al torto. La chiesa ha proprio fatto questo nell'ormai nota vicenda de "La Sapienza". Già il termine utilizzato per sintetizzare la rinuncia all'invito poteva sembrare poco elegante: quel "soprassedere" è un po' presuntuoso. Ma la vicenda poteva anche concludersi qua, magari con una nota in cui si spiegava che si non era voluto creare un clima di conflitto e che si auspicava una futura occasione d'incontro preceduto da un dialogo di riavvicinamento. E' vero che molto probabilmente, anche se non è poi così tanto certo, è stata una minoranza a non volere il papa, ma come in tutte le famiglie gli ospiti devono poter essere ben voluti da tutti. Dunque il papa ha fatto bene a rimanere, per cosi' dire a casa, ma purtroppo ci sono stati tutta una serie di ulteriori passi che non danno di certo un immagine cristiana dell'attuale chiesa. Per prima cosa mi è parso sbagliato dare alla stampa il testo del discorso che avrebbe dovuto fare. Sembra quasi che si voglia far veder quanto sia colto il papa, quanto di significativo ed importante sarebbe venuto da una sua lezione. Sembra quasi che si voglia dire agli studenti che non hanno voluto ascoltarlo che la chiesa ha la forza di farsi ascoltare da tutti. Una lezione si scrive per un contesto speciale, in cui la parte oratoria assume un'importanza centrale. C'è un'intimità nella comunicazione che ha un valore educativo profondo. Non deve diventare quasi come se fosse un articolo di giornale. Poi la chiesa ha sbagliato a mandar fuori, in televisione, i suoi soldati per cavalcare mediaticamente una situazione favorevole a scapito di chi invece ha sbagliato. E invece di porgere l'altra guancia, personaggi significativi del clero hanno invitato i fedeli a sostenere il papa a San Pietro come se fosse stato vittima di chissà quale sopruso. Insomma la chiesa continua ha volersi ritagliare un ruolo sempre più separato dal contesto della società in cui viviamo, ma non per questo vuole rinunciare alla sua influenza sui cittadini. Da un po' di tempo ha capito che per sopravvivere deve darsi dei "confini" chiari e certi per non farsi confondere con tutto quello che la società propone in termini di religioni e di pensieri filosofici. E' un'operazione un po' banale, per scappare dal relativismo diffuso forzando alcuni segni del proprio carattere, come quegli adolescenti che vogliono per prima cosa far vedere a se stessi che hanno un'identità. Non è quindi soltanto un modo per non cadere nella mediocrità, ma è soprattutto un motivo di divisione con quella parte del mondo, profondamente umana, che manifesta umilmente i propri dubbi, le proprie incertezze e le proprie speranze verso quello che ci potrebbe essere dopo la morte. Sul comportamento dei tanti lecca culo politici e gruppi studenteschi che seguono fedelmente la chiesa è invece proprio il caso di soprassedere.
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