22 dicembre 2007

LO SFONDO SBAGLIATO DI UN FUNERALE


Oggi sono stato in un centro commerciale, luogo della frenesia e della spensieratezza, se non per qualche preoccupazione sugli acquisti da fare. E' un'ambiente così innaturale che difficilmente mi fa sentire a mio agio, soprattutto per quelle luci talmente artificiali che rendono tutto fittizio, anche gli sguardi delle persone. C'è un brusio assordante di gente che va e che viene che creano un ritmo che alla fine non ci si accorge di stare proprio seguendo. Le musiche soffuse sembrano avere le stesse funzioni dei canti delle sirene, i colori creano i sentimenti che si dovrebbero avere, dai sorrisi di plastica, alla sguardo intelligente e convinto. E su e giù per le scale mobili per essere accompagnati con grazia a dare vita al consumismo più sfrenato. Mi è poi capitato per un attimo di abbassare gli occhi e poi di rialzali. Un passo avanti per farsi portare su dall'ennesima scala mobile, per stare fermo e non far fatica e per poter pensare a quella targhetta riposta a ridosso del primo scalino con un inciso un marchio, l'ennesimo marchio di un centro commerciale ricco di prodotti di ogni tipo: ThyssenKrupp. Le musiche, i colori, la luce e tutto il resto sono allora diventati lo sfondo sbagliato di un funerale.

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