
Ogni tanto nasce il bisogno di reagire. Un bisogno che sembra periodicamente scaturire, ad esempio in Italia, dall'inefficienza del sistema politico. Sistema che non è nient'altro che l'attuazione dei poteri dello stato da parte di chi per delega dovrebbe rappresentare i cittadini. Non potrebbe essere altrimenti per l'impossibilità pratica di avere una partecipazione diretta. La democrazia può soltanto essere rappresentativa. Dunque il lavoro politico spetta a delle persone che rappresentano determinate fette della popolazione generale, quasi come se fosse un rapporto tra dipendenti, i politici, e datore di lavoro, i cittadini. Quest'ultimi nel frattempo possono fare altro, magari dando qualche occhiata su quello che viene deciso e fatto, ma senza troppa attenzione per colpa anche di un informazione che non consente approfondimenti. I cittadini, a parte delle minoranze, è come se si addormentassero. Poi un bel giorno, quando cominciano a sentire sulla propria pelle che la politica non riesce a risolvere i loro problemi, arrivando addirittura essa stessa a crearli attraverso decisioni inefficaci e sbagliate, si svegliano pretendendo dei cambiamenti radicali. Succede un po' quello che avviene quando si è stanchi perchè si ha dormito male, nel caso specifico perchè non si è vissuto bene, cioè si reagisce ad una forza che sembra ormai essersi riversata contro. Si instaura un meccanismo di reazione sicuramente necessario per ottenere dei cambiamenti, ma con il difetto di non far parte di un processo continuativo che segue un particolare percorso evolutivo. La reazione è tipica della politica del fare, di una politica fatta a scatti ovvero di proposte che tendono soltanto a coprire i problemi con delle pezze che resistono fintanto che la tensione popolare non riprende il suo vigore nel prossimo futuro. Fare politica vuol dire avere una progettualità, per i bisogni del proprio paese, ad ampio raggio, cioè pensando ad un benessere immediato e futuro. Per questo motivo ci deve essere un 'ideologia di fondo, che faccia da collante di tutte le decisioni prese. Una società che procede a scatti si sfianca presto, soprattutto se gli scatti devono essere tali per recuperare il tempo perso. Una politica armonica permette di fare in modo che qualora si presentasse un problema, a causa degli imprevisti della vita, sia lo stesso sistema sociale a risolverlo. Invece qua in Italia si ha la sensazione di avere la politica dell' una tantum, fatta di decisioni momentanee, mai sostenute da solide basi strutturali. Un soffio di vento provocato dalle urla di chi ha il coraggio e la ragione di protestare, bastano e avanzano per far cadere quello che ormai è solo facciata. Ma se non ci saranno le riforme, quando i cittadini torneranno a dormire tutto ritornerà ad essere come prima e il nuovo risveglio sarà altrettanto tragico.
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