30 settembre 2007

ACCOMPAGNARLI.


La Birmania sembra essere una terra molto bella ricca di fauna, flora e corsi d'acqua. Almeno questa è l'impressione che mi sono fatto guardando le immagini fotografiche che descrivono il suo territorio e i suoi paesi. Ho navigato dall'alto attraverso il servizio offerto da Google Earth fino ad immedesimarmi nell'atmosfera incantata delle sue foreste e negli ambienti surreali dei suoi templi buddisti. Territori aridi come quello Afgano sembrano luoghi dove le cose devono andare per forza male. Ma la Birmania sembra essere troppo fiorente per non dare ricchezza al suo popolo. Forse sarebbe meglio usare la denominazione attuale, pur imposta dal regime, cioè quella di Myanmar. Ufficialmente anche lo stato Italiano preferisce quest'ultima soluzione e probabilmente non solo per questioni diplomatiche. La denominazione Birmania è infatti legata ad un'etnia principale, quella Myanmar sembrerebbe indicare invece la lingua scritta. Insomma un nome più democratico che nasconde dietro un regime, un paradosso, un altro equivoco di una terra che non può essere così povera. Il mio sogno, forse utopistico, è quello di poter dar vita ad un immensa marcia, infinità come è infinita la distanza che ci separa dalla Birmania. Eppure la storia ci insegna anche che le marce per la pace hanno contribuito a liberare popolazioni dal giogo dittatoriale. Il via ci è stato dato da un gruppo di monaci buddisti e già dal sangue di chi grida democrazia. La diplomazia politica attraverso l'ONU si è puntualmente attivata, pur dando l'impressione di non aver mai lo spessore e l'incisività necessaria. Molti di noi hanno simbolicamente messo una maglietta rossa per essere solidali con il popolo Birmano. Non è un caso che il regime birmano abbia interrotto il flusso di informazioni via internet. Ed è proprio per questo che la voce di tutti deve essere sempre più forte per far sentire le ragioni della democrazia, di un popolo in marcia verso la libertà che si allontana da chi lo sopprime ormai da troppi anni. Noi dobbiamo accompagnarli.

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