05 ottobre 2007

QUESTA E' LA TUA STRADA.


Da un po' di anni si parla di Eluana Englaro. Il padre, sangue del suo sangue, chiede incessantemente che gli venga interrotta l' alimentazione artificiale, affinché essa possa morire. Ma parlare di morte sembra essere riduttivo, perchè probabilmente Eluana se n'è andata 15 anni fa dopo un incidente stradale che l'ha resa in coma irreversibile. Infatti viene subito in mente la triste vicenda di Terry Schiavo che tanto ha diviso le coscienze. Ebbene i risultati dell'autopsia hanno senza ombra di dubbio chiarito, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il suo encefalo era completamente atrofizzato e dunque irrecuperabile. Se questo è un uomo, se questa è una donna non c'era dunque nessun motivo di tenere il suo corpo vivo senza più, lasciatemelo dire, lei. Ogni tanto bisogna avere il coraggio di guardare la realtà dei fatti ed accettare anche una soluzione che in un primo momento, per la cultura che abbiamo, ci fa sentire la coscienza sporca. C'è sempre il dubbio di un nostro possibile errore che ci fa desistere dal dire di essere favorevoli o meno all'eutanasia. Ma sarebbe troppo facile anche prendere una posizione in tal senso, perchè la materia è talmente delicata che non possiamo pretendere di conoscerla in ogni suo minimo particolare. Un giorno un mio amico mi ha detto che c'è sempre la possibilità che possa avvenire un miracolo, che una persona in coma irreversibile possa risvegliarsi. Ma si sa che i miracoli non dipendono dalle azioni degli uomini, si presume che siano azioni divine e per questo motivo non conoscono ostacoli, neppure quelli che esistono tra la vita e la morte, come ci è ben noto. Dunque non c'è bisogno di attendere il miracolo e neppure di eliminare, perchè non lo possiamo fare, qualsiasi tipo di dubbio. Possiamo invece accettare il percorso di vita che ognuno di noi decide di fare. Personalmente non mi aggrapperei mai ad un filo di speranza per perpetuare una situazione la cui soluzione ha del miracoloso. Ma accetto anche chi sceglie di rimanere attaccato ad un sondino gastrico, perchè il cammino verso quello che non si sa è per sua stessa natura un mistero.

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