20 agosto 2007

BAMBINI PER AMO


I centri commerciali sono degli spazi privati organizzati al fine di indurre le persone a fare acquisti. La carta vincente che ogni estate giocano per attirare sempre più clienti è quella di proporsi come luogo di vita quotidiana, in cui andare a fare un giro in spensieratezza. Propongono anche tutta una serie di eventi particolari tra cui pomeriggi di danza, di musica, di pseudo sagre locali, in un ambiente sempre più accogliente con oasi floreali e spazi artistici con il tanto cercato refrigerio dell'aria condizionata. Il centro commerciale d'altronde è un luogo che deve sapersi vendere. Ma ultimamente ho notato che usano fare sfacciatamente presa sui minori. I bambini come si sa sono i soggetti maggiormente influenzabili dalla pubblicità. Nei centri commerciali hanno pensato di mettere sempre di più a disposizione degli spazi di attrazione per i bambini, con giostrine, eventi simpatici. Ormai ci sono dei carrelli per fare la spesa che sembrano delle giostre. Ci sono i trenini che girano allegramente per i negozi come se si stesse facendo il giro di una località turistica. Hanno pensato di creare tutto un mondo colorato per i bambini. Essi sono infatti l'amo con la quale le famiglie vengono richiamate. Ma il fine non è quello di far passare un'estate spensierata alle persone, è quello di avere sempre più clienti per poter vendere. Sto dicendo delle ovvietà, delle cose sapute e risapute. L'ipocrisia è l'anima della pubblicità che è arrivata ad utilizzare i bambini come fossero degli oggetti. Sulle strade della Brianza ci sono manifesti enormi con le facce dei bambini che presentano centri commerciali come se fossero parchi di divertimento. Uno schifo. La pubblicità deve esistere, ma non in queste forme che sembrano pensate dal gatto e la volpe di Pinocchio. Deve essere un mezzo per informare senza simulare buoni propositi quando il fine è palesemente di tipo commerciale.

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