22 aprile 2007
SE SARA' DEMOCRAZIA...
A pensar male si potrebbe dire che il nuovo progetto politico che sta nascendo sarà una chimera tra due partiti della sinistra italiana in crisi di identità. Si potrebbe aggiungere che sarà l'ulteriore operazione di lifting di chi, dalla caduta del muro di Berlino, non sembra essersi separato del tutto dall'eredità comunista. Nella stessa coalizione del centro sinistra c'è chi ha già sparato a zero sul nascente partito democratico, come si può leggere in un' intervista rilasciata dal ministro Antonio Di Pietro su una nota rivista femminile. D'altra parte anche all'interno dei democratici di sinistra c'è chi preferisce fermarsi, senza aderire al nuovo progetto politico, sostenendo che, a torto o a ragione, ci sia uno strappo immotivato con tutto quello che ci può essere di positivo dall'eredità socialista. Più che altro sembra dover essere una questione di termini, tuttavia il fatto che il leader della margherita, Franceso Rutelli, abbia rimarcato che non si entrerà mai nel partito socialista europeo, fa pensare che la componente moderata non vorrà di certo avere un ruolo marginale. Da questo punto di vista si potrebbe già aprire una questione, quasi ante litteram perchè si parla di qualcosa che avverrà. La domanda da farsi è quanto ci sarà di democratico nel futuro partito, rispetto al potere di veto che i vari leader politici vorranno far valere su ogni questione paventando di volta in volta possibili scismi. Ecco perchè preme a chi è interessato al nuovo progetto che sia fortemente sostenuta la questione delle primarie. Un movimento politico che in modo dinamico affronta le problematiche del paese rinnovandosi attraverso il voto democratico dei cittadini. In questo senso mi è parsa particolarmente efficace l'espressione "la democrazia è di sinistra", ovvero la volontà del popolo sulle problematiche da affrontare. Personalmente penso che il nuovo progetto politico sia ambizioso, perchè sembra richiamarsi al modello del partito democratico americano e non solo per il nome. Una casa comune di chi accetta le diversità, di chi considera gli aspetti relativi della vita e che non sia come la contro parte fondata su dogmi ideologici. Insomma se i passaggi saranno, si parla, si vota e si va avanti, allora ci sarà spazio anche per me. Per ultimo è inutile dire che un progetto del genere può avere senso se poi determina effetti reali sul paese. Stando agli attuali meccanismi della politica italiana questo non sembra che possa per il momento verificarsi. Dunque le premesse per un partito democratico sono le riforme.
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