16 aprile 2007

PRIMA CHE VENGA NOTTE


Nel rapporto con il medico c'è un divario tra il paziente che è in grado di essere informato sulla terapia che dovrebbe seguire, decidendo eventualmente di rifiutarla e quello che non può esprimere in nessun modo la propria opinione in merito al possibile trattamento che potrebbe affrontare. Si sta proponendo di colmare questo divario con la possibilità di poter esprimere il proprio consenso o il proprio dissenso su quelle terapie alla quale si potrebbe essere sottoposti in una situazione di incapacità di intendere e volere. Lo strumento legislativo dovrebbe essere il cosidettto "testamento biologico" che di altro si tratta se non di una estensione del consenso informato. La discussione in atto verte su che cosa debba rientrare in esso, ovvero su quali debbano essere le eventuali terapie che uno potrebbe non volere che gli fossero applicate.
Personalmente penso che l'istituzione di un testamento biologico sia assolutamente necessario, perchè attualmente siamo in una situazione fortemente discriminante. Inoltre penso che il testamento biologico debba essere una carta che permetta di poter esprimere a priori qualsiasi tipo di scelta su qualsiasi tipo di discussione. Dunque ritengo superata una discussione su quali debbano essere le terapie di competenza nel testamento biologico. C'è chi parla del rischio di una deriva verso l'eutanasia. Propongano allora di togliere il consenso. Ma ovviamente la cosa è assurda. L'unica perplessita che invece io ho, è il timore di decidere prima che venga notte su una situazione che non si sta appunto vivendo sulla propria pelle. Forse la famiglia dovrebbe comunque avere sempre un ruolo.

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