15 aprile 2007

I GAZEBO DELLA PERFEZIONE


In un paese pieno di storia situato sulle sponde del fiume Adda, durante una giornata primaverile, fresca e piena di sole, di una domenica mattina, dei ragazzi in un gazebo non sanno quel che fanno. Tra di loro ci sono manifesti ben fatti, con la carta lucida e i colori che sembrano di prima stampa. Basta passare di lì per cogliere e memorizzare la scritta che riportano in modo chiaro e senza equivoci: no ai DICO. Mi vien quasi voglia di fermarmi per chiedere che cosa siano questi DICO, ma ho altri impegni, son solo di passaggio. Non ho voglia di pensare ai diritti e ai doveri dei conviventi, all'opportunità di una regolamentazione precisa di determinati stati, alla famiglia come patrimonio culturale da salvaguardare. Sono stanco perchè ho dormito, ma nonostante ciò penso che si è iniziato così... Da piccoli ragionamenti, da piccole intolleranze verso i cambiamenti, dalla paura del diverso, da situazioni che hanno giustificato leggi discriminanti. Fortunatamente alle nostre spalle c'è la storia, c'è un meccanismo di relazioni che vanno al di là dei singoli stati nazionali che garantisce il mantenimento dei diritti che tutte le persone umane per lo meno dovrebbero avere. Eppure non riesco a rimanere del tutto tranquillo, perchè certe cose nascono appunto da piccoli passi, da zoccoli duri che pian piano creano aggregazioni intorno a loro, soprattutto se la storia diventa improvvisamente particolare e d'emergenza. Viviamo in un periodo tranquillo, dove nei cosiddetti paesi occidentali la sovranità nazionale non è di certo messa in dubbio se non in una prospettiva evolutiva. Eppure c'è la guerra al terrorismo che già pone la necessità di rinunciare a delle piccole libertà. C'è quella che viene considerata la religione migliore e dunque giusta e dunque vera. C'è quella che viene considerata la cellula migliore per una società, la famiglia tradizionale con mamma, papà e figli. E' naturale, i figli si fanno in due. Su quest'ultimo punto non ci sarebbe nulla da obiettare, se non ci fossero famiglie migliori di tante altre in cui i genitori sono una coppia di persone omosessuali. Ma non è questa la questione che può purtroppo essere vista come estrema da molte persone. Il problema è il senso di perfezione che si da ad una forma, magari con l'ipocrisia di considerarla frutto di una promessa eterna. La forma migliore non vuol dire l'unica forma possibile e guai se non ci fossero le eccezioni. Ma tanto è che dei ragazzi si devono fermare una domenica mattina piena di sole ad informare i passanti che bisogna dire no ai DICO. Una piccola cosa che è frutto di un senso della perfezione che pone su un piano inferiore tutto il resto. Non siamo ai livelli del razzismo, ma c'è un problema di formazione culturale che ad esempio sta invadendo le teste dei giovani ragazzi di destra. Meglio lo scemotto di sinistra che grida no alla guerra magari avendo anche torto, magari per partito preso, magari per essere contro i soliti americani.

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