17 marzo 2007

UNA CHIESA RINATA


La Chiesa rinasce a Betlemme attraverso le parole dell' arcivescovo emerito, il cardinale Carlo Maria Martini. Parla di verità che per un cristiano non deve essere calata dall'alto, ma frutto della nostra esperienza di persone. Richiama una virtù oggi poco considerata che è quella dell'umiltà e lo fa rimettendo al centro la parola di Dio senza dunque cadere in ragionamenti astratti e teorici che sanno più che altro di esercizio filosofico. "La grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo", parole che vogliono signficare accogliere il Signore, fare sua l'esperienza di vita, modello reale per ogni cristiano. Parlare secondo la verità dell'esperienza permette di poter dialogare con tutti facendosi comprendere perchè in questo modo ogni persona può sentire la propria vita essere toccata. Non a caso il Dio dei crisitani è colui che ha vissuto un esperienza di vita in mezzo agli uomini.
Ecco dunque che nell'accogliere la parola di Dio, ovvero la sua grazia, la visione del mondo si arricchisce di un importante ottimismo: "Il Vangelo della Natività ci parla di gioia, di luce, di esultanza. Noi invece siamo sempre portati a rimandare queste cose. Diciamo: oggi ci sono tanti problemi, tante sofferenze, verrà un tempo migliore. La Scrittura invece non parla così. Leggevo ieri una pagina che dice: operiamo il bene perché i tempi sono cattivi. Noi diremmo il contrario. Invece dobbiamo vivere la gioia, la serenità, la pace, qualunque siano le circostanze in cui viviamo. Non vuol dire passare sopra le sofferenze, ma entrare più a fondo e vedere come non c'è proporzione tra il dolore di questo mondo e la gloria che ci è preparata». Amen.

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