18 marzo 2007

BANDIERA BIANCA


La questione non è quella di capire se l'operato del pool di mani pulite abbia avuto delle scorrettezze, non sia stato imparziale o sia stato il frutto di un ben congegnato disegno politico. Io a tutto questo non ci credo, ma la questione da porsi oggi è quella di chiedersi che cosa vediamo rispetto a quegli anni in cui fu portata alla luce una convinzione radicata della presenza di un sistema ampiamente corrotto che guidava le sorti dell'Italia. Diffidando delle mie sensazioni, mi affido alle parole di colui che è stato tra gli artefici di uno dei periodi più importanti della storia del nostro paese. Il giudice Gherardo Colombo ammaina le bandiere, lascia la magistratura che gli aveva permesso di portare avanti l'operazione mani pulite attraverso il sistema della giustizia. Egli afferma che vede i corrotti riabilitati. Non potrebbe essere altrimenti in un paese in cui il garantismo sempre e solo di parte ha assunto i toni deliranti di chi, come l'ex presidente del consiglio, ha inculcato nell'opinione pubblica l'idea che ci fosse chissà quale sorta di operazione politica da parte delle cosiddette toghe rosse. Ma anche qui è inutile sottolineare questo problema, perchè potremmo anche far finta di pensare che i magistrati abbiano volutamente colpito soltanto una parte politica. Se però quei corrotti sono stati dopo anni riabilitati nel guidare e gestire il nostro paese, allora vuol dire che c'è un senso della giustizia che fa paura. Ecco dunque il punto su cui si sofferma l'ex magistrato, ovvero sul fatto che ci sia un problema culturale in Italia, dove la furbizia e il privilegio predominano sul senso morale della giustizia. Se ne va pensando di poter spiegare ai giovani che cosa sia la giustizia. Capisce che c'è un problema culturale di fondo in un paese ormai zavorrato dall'illegalità.

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