14 marzo 2007

IL DUBBIO DEL FARE


Non ce la faccio più a sentire la gente che si crede ben pensante perchè equipara l'embrione umano ad una persona umana. Se poi il pulpito è quello di giornalisti che hanno considerato opportuni gli interventi militari in Iraq, allora mi rendo conto di quanta ideologia ci sia sotto. Non parliamo poi del fatto se mi trovo di fronte presidenti che coccolano retoricamente l'embrione e fanno bruciare su una sedia elettrica un povero cristo. Per me la vita delle persone viene prima di tutto e nessuno deve essere arbitrariamente scelto a diventare martire per una causa giusta. Diverso è il discorso sugli embrioni. Vogliamo continuare a fare i moralisti dicendo che non bisogna fare diagnosi prenatali per poter eventualmente decidere di non portare avanti una gravidanza? Magari tirando fuori lo spettro dell'eugenetica nei suoi aspetti più negativi? Prima di tutto non bisogna dimenticare che è l'uomo che decide di avere un figlio con la sua azione, facendo l'amore. La vita nasce dentro la donna, non compare all'improvviso venendo da chissà quale provenienza. Questa considerazione è importante perchè sottolinea il fatto che l'uomo ha un potere che è principalmente quello di decidere se avere un figlio o non averlo. Avvenuto il concepimento l'uomo deve ora prendersi la responsabilità di portare avanti tutto quel processo biologico che porterà alla nascita di un individuo umano. Secondo i ben pensanti a questo punto l'uomo non ha più il potere di decidere perchè già dal concepimento c'è la presenza di una persona umana, unica nel suo corredo genetico, con pari dignità e diritti di chi come noi ha già visto la luce del sole. Dunque se l'embrione dovesse risultare portatore di gravi patologie bisogna comunque fargli seguire il suo naturale destino. Interrompere la gravidanza vorrebbe dire uccidere una persona secondo alcuni, invece secondo altri vorrebbe dire evitare un'immane sofferenza. Ha l'uomo anche in questa fase potere? Umilmente potrebbe tirarsi indietro sostenendo che comunque non è possibile definire quando si può parlare di persona umana, che dunque nel dubbio la si considera presente fin dal concepimento. Se l'uomo invece vuole prendersi delle responsabilità, se vuole decidere di farsì che non nasca un individuo con gravi disabilità allora deve accettare il fatto che la vita è un percorso fatto di sfumature. Se non ci fosse il concepimento e la gravidanza questo discorso non varrebbe niente, ma fortunatamente si è di fronte ad un percorso dove l'uomo può ancora far valere il suo potere. Il fine è quello di non far nascere individui che soffriranno. Boh, mi fermo perchè non riesco più a ragionare, anche se so quel che fare. I ragionamenti logici non fanno una piega, ma è difficile equiparare un grumo di cellule ad una persona. Facendo così si arriva a considerare anche un sasso una possibile forma di vita. Accettiamo i nostri dubbi, ma non facciamo nascere bambini sofferenti per essere razionali. Ecco, nel dubbio si può decidere di fare o non fare, io decido di fare per il bene della vita che nascerà.

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