
Che code in Brianza, c'è da impazzire. I trasporti hanno due problemi fondamentali: quello dell'inquinamento e quello del traffico, se si tralasciano le alterazioni psicologiche che provocano e il drammatico bilancio dei morti e degli invalidi che causano. Il problema dell'inquinamento è teoricamente superato. Non siamo ai livelli di alcune città della California dove se non si ha la macchina almeno ibrida non ci si muove neanche. Tuttavia l'interesse di diminuire sempre più le emissioni nocive ormai lo sentono tutti. E' inutile dire che si sta seguendo una direzione a tale proposito. Le macchine che mentre vanno non inquinano sono già in cantiere. Rimane la questione dei costi che ad esempio rendono l'idrogeno ancora non proponibile per i materiali da usare come catalizzatore (almeno per quello si diceva un pò di tempo fa) affinchè si possa ottenere una certa efficenza. Fatto sta che quelli che stanno con la lente d'ingrandimento alla Sherlock Holmes a cercare particolato sempre più fine dovranno trovarsi un altro lavoro. Cerco di essere ottimista, perchè so bene quanto l'inquinamento provocato dalle auto sia dal punto di vista sanitario un' emergenza assoluta. Il problema del traffico invece lo considero quasi intramontabile. Non vedo all'orizzonte macchine volanti, nè tanto meno processi fantascientifici come quello del teletrasporto, fontoni permettendo. E' vero che la soluzione dell'intensificare la presenza dei mezzi pubblici può far prendere due piccioni con una fava, facendo diminuire traffico e inquinamento. Ma sono convinto che la gente preferirà sempre muoversi con un proprio mezzo perchè rende indipendenti, liberi ed è estremamente comodo. A parte quando ci si ritrova incatenati nel traffico come in Brianza. Questa è una terra del fare, dove non si sta "mai coi man in man". Il traffico è qualcosa di fisiologico, la gente va e viene continuamente. Però a riguardo qualcosa si poteva anche fare e invece è stato fatto soltanto qualche piccolo lavoretto, non fosse neanche la terra dei lillipuziani. Presi dalla sindrome di Giotto, di disegnare cerchi perfetti, hanno fatto un' infinità di rotonde a volte più apprezzabili per le aiuole che utili. Ci sono punti nevralgici che sono lungi dall'essere risolti. Non è stata fatta una sola opera grande, significativa per il traffico in un territorio che può essere ribaltato come un calzino perchè ormai non ha più nulla di naturale. Si arriva a Monza dalla Valassina e ci si ferma a quelli che probabilmente sono gli unici semafori che sembrano essere posti nel bel mezzo di quella che si può definire un'autostrada. Passando per Vimercate ci si ritrova ad una sequenza semaforica pronta ad accogliere tutti coloro che escono da qualsiasi tipo di svincolo tangenziale. A Seveso hanno pensato bene di mettere sull'angolo di un semaforo la biblioteca comunale quasi per compensare il guadagno di neuroni cerebrali con la perdita di parenchima polmonare. Il tema della metropolitana assume poi i contorni del giallo. Ci sono fermate che arrivano nei campi di grano e non nel cuore della Brianza. C'è bisogno di linee ferroviarie interrate. Che ci sia forse il bisogno di un'allevamento di talpe per fare qualche tunnel? La Brianza ha visto soltanto sorgere centri commerciali sempre più imponenti. Gli affari sono affari.
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