
I bambini giocano a fare la guerra. Combattono immedesimandosi nei loro supereroi preferiti. Danno vita al loro immaginario. Prendono in mano le armi, colpisco e sparano per sentire grida di dolore, vedere il sangue scorrere e cadere per terra il proprio nemico morto. Lo fanno con un coinvolgimento emotivo pieno. Cosa che ad esempio sanno gli autori dei cartoni animati che infatti fanno breccia nei desideri dei bambini conoscendone la loro psicologia. I bambini però sanno benissimo che tutto quello che fanno nei cosiddetti giochi violenti è fatto per finta. Si divertono tantissimo nelle lotte corpo a corpo, ma non si ammazzano di botte perchè hanno il senso del limite. E' come se l'uomo per un certo periodo della sua vita continuasse ad avere comportamenti primitivi, tipici del regno animale. Curioso è sapere che durante la gravidanza il feto sembra ripercorrere tutte le fasi evolutive dei cambiamenti di specie fino all'arrivare ad essere dei mammiferi. Il bambino nel gioco è come se continuasse il percorso evolutivo intrapreso dalla specie umana. Sotto certi aspetti possiamo dire che ce lo ricorda. Tutto questo fa parte di un normale processo di crescita. Se però è l'adulto ad immedesimarsi in un super eroe spesso viene meno il senso del limite. Il giocare a fare la guerra può provocare veramente dei morti. Non c'è più un processo di crescita in atto, ma c'è uno sfogarsi per buttare fuori il proprio io che non si riesce ad accettare. Non riuscendo a cambiare se stessi si distrugge il mondo minaccioso che appare soltanto come una gabbia opprimente.
Nessun commento:
Posta un commento