09 febbraio 2007

LA SCIENZA IN AGONIA


In una, si spera nota, trasmissione scientifica radiofonica il conduttore fa una domanda chiedendo di risponde in 30 secondi. L'argomento è complesso per cui l'esperto chiamato in causa si rifiuta di rispondere motivando che ci vorrebbe almeno una bella mezz'ora. In effetti la scienza è qualcosa di complesso per sua natura, limitare i suoi contenuti a semplici battute può darne una visione errata. Ma la scienza è come si sa bistratta e riesce a trovare spazio soltanto in qualche trafiletto di giornale come sui siti d'informazione. Qualche vengono sviscerati un pò di più quegli argomenti che possono nutrire polemiche, questioni etiche e sensazionalismo. Le riviste di divulgazione scientifica nascono e scompaiono a ritmi impressionanti, cambiano forme di ogni tipo e si rinnovano periodicamente per cercare di vendere un numero di copie commercialmente accettabile. In televisione la scienza non riesce ad andare oltre il documentario naturalistico, quando va bene. La si vede a sprazzi oppure ridotta ad essere inserita nei telefilm. Le facoltà scientifiche sono poco ambite, senza parlare poi delle scienze di base diventate ormai delle oasi per pochi. I giovani preferisco altri indirizzi pseudo o parzialmente scientifici piuttosto che rimanere incantati ad esempio davanti alle dimostrazioni matematiche. Il risultato è una cultura scientifica approssimativa per non dire sbagliata. Ci si deve ridurre a fare il Darwin day perchè si fanno ancora discussioni sul creazionismo. Il clericale o il politico o il comico parlano di quella parte di scienza che gli fa comodo solo a loro per portare avanti una loro determinata tesi. Fare scienza è difficile, altrettanto è farne divulgazione, ma per capire com'è il mondo serve anch'essa e non solo il continuo filosofeggiare di opinioni spesso parziali, vaghe e faziose. L'agonia della scienza che fa fatica ad andare avanti per i fondi ridotti è seguita da un aumento di false teorie, ciarlatani e imbroglioni. La sua importanza meriterebbe spazi infiniti e non così riduttivi come si tende a fare oggi. E' inevitable perchè abbiamo a che fare con tematiche che non possono prescindere dal sapere scientifico.

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