26 febbraio 2007

CRISTO SI E' FERMATO A SREBRENICA


La politica estera dovrebbe essere decisa stando a Srebrenica. Ci sono i 600 caschi blu costituiti dalle tre compagnie olandesi di Dutchbat. La città si trova in una zona protetta dall' autorità delle nazioni unite. C'è l'armata serbo-bosniaca del generale Ratko Mladic' che dopo una serie di attacchi riesce ad entrare in città. E' l'11 luglio del 1995, è un giorno in cui i maschi vengono separati dalle donne, dai bambini e dagli anziani. E' il giorno in cui la memoria non ha più bisogno di cercare con la lente di ingrandimento altri massacri per un cinico pareggio delle colpe come sono soliti fare alcuni orgogliosi di appartenere ad un determinato schieramento politico. Il sangue continua a scendere tra le cavità carsiche, il fumo dai camini di Auscwitz continua a perdersi nel cielo. Ma a Srebrenica si è fermato Cristo anche se la popolazione è quasi completamente mussulmana. C'è un allarme, ci sono gli aerei F-16 che ritornano nelle basi in Italia per potersi rifornire di carburante. Ci sono gli aerei americani che non riesco a trovare la strada. C'è il ministro Voorhoeve che richiede di far cancellare l'attacco perchè i militari serbi minacciano di massacrare le truppe alleate che sono scarsamente equipaggiate. Ci sono 8000 morti, c'è il genocidio di una popolazione perchè non siamo nell'altopiano armeno, non siamo nei campi di concentramento follemente pensati dalla diabolica mente dell'uomo, non siamo nei gulag dove si può già sentire il silenzio dell'oltre tomba. Siamo nella parte orientale della Bosnia Erzegovina dove c'è soltanto un nodo sbagliato della storia che nessuno ha saputo sciogliere.

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