31 gennaio 2007

NON SIAMO DEI GENI


Molto spesso vengono date notizie approssimative di geni scoperti responsabili di determinate caratteristiche. Il gene specifico di qualcosa è da inserire in un quadro più complesso in cui gli attori sono diversi. Lo stesso assunto biologico che affermava che ad un gene corrisponde una proteina, è stato superato dalla scoperta dell'alternative splicing. Meccanismo che spiega perchè abbiamo un numero apparentemente limitato di geni, solo 25.000, ma in realtà maggiore per le possibilità combinative tra pezzi adiacenti di DNA. Il genotipo di una persona è dunque qualcosa di più complesso, la cui espressione fenotipica non si può di certo limitare all'esecuzione di una semplice istruzione. Infatti nelle caratteristiche di un individuo gioca un ruolo fondamentale il contesto ambientale in cui cresce, compreso quello della placenta. Sono noti ormai da tempo studi fatti sui gemelli eterozigoti, omozigoti, su popolazioni emigrate, sui figli adottivi, in cui risulta meno determinante del previsto la componente genotipica rispetto alle influenze ambientali per quanto riguarda variazioni di caratteri come l'intelligenza e la predisposizione alle malattie. La situazione è resa più complessa dalla presenza di fenomeni epigenetici come la metilazione del DNA che può essere ereditata. Siamo di fronte a cambiamenti dovuti a stile di vita che possono essere trasmessi da padre in figlio. Non si può parlare di vero e proprio lamarkismo, ma per certi aspetti lo ricorda. Tutta questa plasticità alla quale può andare incontro l'uomo è stupefacente. E' significativa delle potenzialità che ognuno di noi possiede. Anni fa si era parlato in una nota trasmissione televisiva di bambini istruiti in modo particolare fin dalla tenera età rendendoli precoci, quasi dei cosiddetti bambini prodigio. In vantaggio sui loro coetanei, si è visto che nella giovinezza venivano poi raggiunti. Insomma non apparteniamo soltanto ai geni e nessun genio ha nel suo DNA lo scritto della sua genialità.

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