
L'orribile morte che hanno subito Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, sua madre Paola Galli e Valeria Cherubini, è la conseguenza dell'odio. La soluzione che hanno addottato i coniugi Romano per estirpare la causa della loro rabbia, assome i contorni di qualcosa di abominevole, tanto più se si pensa alla loro complicità. Rimarrà nella memoria di tutti noi, che abbiamo ascoltato al telegiornale questa orribile vicenda, impressa l'immagine del piccolo Youssef tirato su per i capelli, tagliuzzato e sgozzato. Un bambino la cui innocenza non può valere il sangue di nessuna causa, fosse anche la possibile minaccia di distruzione della Cappella Sistina. E' stato ucciso invece senza ritegno, come un'erbaccia qualsiasi da strappare. La sua morte è la conseguenza del senso di fastidio che si tende a provare per il prossimo, per colui che sta al di fuori del proprio recinto. Una delle frasi che ormai si sente più spesso dire è quella del tipo: "Basta che non rompa il cazzo a me, poi può fare quello che vuole". Si accettano tutti a patto che siano invisibili e silenziosi. Una mentalità che se attecchisce nella follia umana porta soltanto a sangue e a morte. Nel nostro piccolo c'è comunque da riflettere su quanto sia troppo spesso spropositata la nostra reazione emotiva verso il vicino che sembra disturbarci. Bisogna cominciare a ripensare al prossimo come tutti noi sappiamo fare, perchè non per niente ci diciamo cristiani.
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