
Il filosofo Emanuele Severino sostiene che sia quelli favorevoli alla pena di morte che quelli contrari non abbiano argomentazioni solide per affermare la propria tesi. Il dibattito è dunque purtroppo ancora aperto, tanto è vero che la condanna a morte è ancora presente in una democrazia avanzata come lo è quella degli Stati Uniti d'America. Non mancano da noi quelli che la riterebbero una soluzione giusta in casi particolari. Un esempio recente è stato chiaramente rappresentato dalla messa sul patibolo del feroce dittatore iracheno, Saddam Hussein, azione che non ha riscontrato un diniego unanime. Personalmente non mi pongo molti problemi riguardo a quali possano essere le motivazioni che mi mettono in forte contrasto contro la pena di morte. Per me è un argomento chiuso. Ritornando alla considerazione del filosofo però mi rendo conto che nelle sue stesse parole si possa trovare una motivazione plausibile ovvero che nel dubbio non si procede. D'altrode è un pò la motivazione che utilizzano quegli scienziati che rimanendo nell'ambito della loro laicità, sono contrari alla sperimentazione sugli embrioni.
Da piccoli si impara che giocando a pallone, se un fallo è dubbio, la difesa ha sempre ragione. Ricordiamolo.
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