15 gennaio 2007

IBRAIN


Steve Jobs ha presentato il nuovo prodotto della Apple, l'avveniristico iphone. Per quel poco che ne posso capire io di tecnologia, mi sembra comunque un prodotto d'avanguardia con delle funzioni che vanno certamente oltre la divertente modalità di utilizzo attraverso il dispositivo touch screen. Tuttavia è già un prodotto tecnologico superato, perchè superato è già quello che dovrà successivamente arrivare. Il vero punto di arrivo, se si può avere una visione un pò futuristica, è una macchina che sappia sfruttare le meravigliose capacità del cervello umano. Diciamo pure della nostra mente, senza l'intento di addentraci in quella solita dicotomia mente-cervello che è più che altro forviante. Le capacità che si nascondono tra le pieghe del nostro encefalo sono strabilianti. Note e ampiamente documentate sono le abilità dei cosidetti savant che sanno eccellere oltre ogni misura in determinate facoltà. Ci sono persone che hanno una memoria inimmmaginabile, altre che hanno la capacità di misurare lunghezze in modo preciso soltanto con la facoltà del proprio sguardo, altre ancora che sono dei propri e veri geni artistici in età in cui per noi il cielo è una semplice linea azzurra sull'orizzonte. Da sottolineare la capacità creativa, caratteristica propria dell'uomo, che possiamo tutti noi vantare come essere qualcosa di praticamente tutt'ora irraggiungibile per qualsiasi macchina. Il cervello è un organo straordinario che tra il numero spropositato di neuroni, di sinapsi tra assoni e dendriti e di circuiti, si avvicina veramente alla perfezione. Eppure nessun cervello è mai uguale a quello di un altro, perchè la selezione apparentemente casuale (in cui entra in gioco l'ambiente) dei circuiti neuronali dopo la nascita fa si che anche tra i gemelli omozigoti sia molto diverso. Insomma, tutti noi abbiamo il nostro ibrain, pronto per essere plasmato a fare tutto e di più.

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