26 gennaio 2007

CAMMINA


Secondo il cosiddetto neoutilitarismo ci sono tre fattori che determinano il concetto di qualità della vita. Bisogna massimizzare il piacere, minimizzare il dolore, ampliare la sfera delle libertà personali per il maggior numero di persone. Come non essere desolatamente d'accordo? Perchè dal prodotto di questi indiscutibili fattori non si sente l'uomo. C'è il bisogno di seguire un percorso affinché una persona possa dare un valore di qualità alla propria vita. E tutto questo non può essere dissociato dalla fatica di fare una salita per arrivare ad una meta. C'è il senso del dolore che viene di conseguenza come spinta a non fermarsi. Soltanto in questo modo la gioia risulta essere vera e non tanto gratuita quanto effimera. Un noto divo disse che è più interessante andare che arrivare. Forse in questo sta il senso dell'essere un uomo. Non il massimizzare il piacere, il minimizzare il dolore e l'essere liberi per poter dir che la propria vita è qualitativamente perfetta. Il camminare, il darsi una prospettiva anche negli ultimi secondi della propria esistenza, il rinunciare alla propria potenziale libertà per amore dei propri figli, sono fattori che rendono sicuramente soddisfacente il fatto di essere un uomo.

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