
In ambito giuridico non esiste nulla che sia dimostrabile in senso assoluto. La verità non può mai essere totalmente svelata. Per questo motivo si è introdotto il concetto di oltre ogni ragionevole dubbio. Il giudice stabilisce qual'è il livello di probabilità che non può essere oltrepassato. Intendiamo più precisamente la verità con il suo significato appreso dalla cultura romana più che da quella greca. Nella prima riguarda qualcosa che viene eretto come limite, nella seconda vuol dire togliere il velo a qualcosa. La ricerca della verità nel senso di svelare ha più attinenza in ambito scientifico. Non per questo si arriva a discernere ogni tipo di probabilità per arrivare alla verità assoluta. Addirittura la probabilità diventa un dato per così dire di certezza: gli orbitali di Bohr indicano la probabile posizione energetica che può assumere un elettrone. In ambito medico l'utilizzo dell'espressione "è probabile" sembra quasi essere una necessità lessicale. In una società particolarmente analitica come la nostra tutto appare essere probabile. Forse potrei azzardare a pensare che un sintomo di questa situazione sia la tendenza sempre più diffusa di scrivere in stampatello, a lettere separate e non più in corsivo secondo una linea continua. Tutto deve essere messo nelle condizioni di poter essere controllato, analizzato in tutto quello che di probabile può dare. Il problema è che per alcuni molte cose diventano vere soltanto per il fatto di essere probabili. Se è statisticamente improbabile che non ci siano altre forme di vita nell'universo allora gli extraterrestri sicuramente esistono. La sicurezza nelle proprie convinzioni arriva poi ad affermare l'impossibile portando purtroppo verso conseguenze spesso tragiche.
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