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31 agosto 2007

L'INFINTA RICERCA DELLA CURA


A volte la medicina mi sembra essere ancora una materia pionieristica. Non solo perchè ogni persona è un mondo a sè, ma anche perchè ci sono ancora molte cose da scoprire in merito alle malattie e al modo con cui curarle. Lo scopo principale della medicina è alleviare le sofferenze umane. Già da questa definizione si capisce come la sua sfera di interesse non sia limitata soltanto agli aspetti puramente biologici del genere umano. Le patologie di carattere psichiatrico ad esempio non sono definibili al di fuori del contesto in cui si sviluppano. Le ricerche in campo medico sembrano non avere mai fine e spesso neanche soluzione. Ci si chiede se la lotta contro i tumori non sia stata essenzialmente una continua sconfitta, con l'aggiunta di una notevole perdita di denaro alle innumerevoli vittime umane. Si parla di un approccio sbagliato, forse troppo radicale per alcuni che invece sostengono la necessità di trovare soluzioni che permettano quasi, per così dire, di vivere con il proprio cancro. Probabilmente uno dei problemi maggiori è la continua casistica in aumento. In altri ambiti le illusioni sono state addirittura stupefacenti. Pochi anni prima dell'emergere dell'AIDS il general surgeon del dipartimento della sanità degli Stati Uniti aveva sostenuto che si era chiusa l'era delle malattie infettive. E' evidente a tutti che la microbiologia ha degli interessi che sono attualissimi, non solo per quanto riguarda ancora le malattie a trasmissione sessuale, ma anche per il pericolo statisticamente previsto di una nuova pandemia e per i timori reali del sorgere di nuove zoonosi, pensando all'esperienza della nuova variante del morbo di Cruetzfeld Jacob e ai paventati rischi della tanto discussa aviaria. Tutto questo può far pensare che sia necessario una nuova visione del concetto di malattia. Una soluzione può essere in chiave evoluzionistica. L'applicazione dei concetti neodarwiniani alle patologie umane sta facendo nascere una medicina basata sull'evoluzione. Sembra dunque potersi aprire una nuova fase metodologica che fa seguito alla tradizione clinica, alla tradizione sperimentale o fisiopatologica e alla tradizione dell'epidemiologia clinica che trova poi la sua risultante principale nell'evidence base medicine.

29 agosto 2007

SOLTANTO UN UOMO


Sembra essere l'inizio secolo dei nodi che vengono al pettine. Di un uomo che non riesce a scappare di fronte all'inesorabile avanzare dell'onda dello tsunami, che non riesce a non farsi spazzare via dall'uragano Katrina anche nella terra più ricca e potente del mondo. E' un uomo che deve soccombere alla potenza della natura proprio nel millennio in cui sente che la sua tecnologia avrà dei progressi inestimabili. Alla festa dell'unità di Milano ho potuto apprezzare la mostra fotografica sugli eventi più importanti dall'inizio del secolo. Le guerre non mancano mai, ci sono ancora. Ma guardandole con il senno di poi, sembrano essere state preparate nel corso degli anni precedenti, alla fine del novecento, attraverso una politica sbagliata e spesso scellerata. La caduta delle torri gemelle è l'evento estremamente drammatico che fa da sparti acque tra un mondo prevedibile e un mondo imprevedibile, perchè ferisce al cuore la stabilità e la sicurezza della più grande potenza mondiale, unica e forse irripetibile, che si è affermata dopo la caduta del regime comunista sovietico. Le guerre preventive hanno poi dimostrato quanto sia difficile giocare sulla pelle delle persone promettendogli un mondo migliore con l'uso delle forze armate. Un uomo che non riesce a capire le conseguenze delle proprie azioni. In Italia tutti si sono chiesti perchè una madre arriva ad uccidere il proprio figlio, una figlia e il suo fidanzato la propria madre e il fratellino, dei vicini una famiglia. Decenni di psicanalisi assolutamente impotenti nel capire la mente umana. Se c'è qualcuno che pone l'attenzione contro il relativismo imperante, una cosa che appare essere sempre più certa è la piccolezza dell'uomo, animale che toglie il disturbo dopo neanche 100 anni di vita.

11 aprile 2007

LA MODA DEI PIXEL


Ultimamente si sono diffuse due mode frutto della volonta di integrazione o per meglio dire di una presa di coscienza di una data situazione. Il cappuccio alzato è un evidente richiamo all'immagine che trasmette il velo islamico della quale si è tanto discusso in questi anni. Diventa dunque un segno di protagonismo, un mezzo per farsi notare rendendosi interessanti con una certa aria di mistero. Probabilmente è determinato anche da una voglia di accettazione di un' immagine ormai presente nei nostri quartieri. I motivi ripetuti su ogni tipo di indumento che vanno dalle stelline ai più insoliti, sono invece dovuti all'impatto che sta avendo la tecnologia digitale sulla nostra società. Diventa un modo per fare diventare la propria immagine composta da dei pixel o comunque è evidente il richiamo alla grafica computerizzata. Insomma un' accettazione dei tempi che sono cambiati.