16 dicembre 2022

Ciao Sinisa

Alla radio Ivan Zazzaroni chiude la chiamata dopo aver risentito la voce del suo caro amico Sinisa. Troppo forte è la commozione per poter parlare ancora senza piangere. 

Ed è difficile anche per noi, perché è inevitabile il trasporto emotivo per la sua morte.  

Non solo perché era un personaggio pubblico stimato sia per la sua storia umana che sportiva. Ma anche perché mediaticamente ci aveva resi un po' partecipi al suo percorso di cura. 


Ce lo ricordiamo tutti  mentre smagrito e con il cappellino in testa a celare gli effetti delle terapie, ci aggiornava sul suo stato di salute guardarci dritti negli occhi e con quel sorriso che sembrava dirci di crederci, di non perdere le speranze, di avere pazienza e di aspettarlo che prima o poi sarebbe ritornato.

Ma purtroppo il male di cui era affetto era di quei sottotipi bastardi che spesso non lasciano scampo. Forse lui lo sapeva e noi non ce lo volevamo dire. 

Perché l'illusione che una persona ricca, giovane e  forte, sicuramente seguita dai migliori professionisti, possa sempre farcela, ci rassicura un po' tutti. 

Ma non sempre è così. Il destino può essere duro con chiunque.

Per questo, a fronte delle tante morti che giornalmente avvengono e di cui siamo informati, la sua scomparsa assume un significato più profondo perché nel nostro piccolo vogliamo ancora credere negli eroi. Lui invece era semplicemente un grande uomo a cui non può che andare tutta la nostra stima e un caloroso affetto. Senza dubbio rimarrà tra i ricordi più belli dello sport di questo paese. 

Un esempio per tutti.

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