02 ottobre 2022

PD la sfida finale

Il PD nasce come forza progressista e riformista, socialdemocratica, sulla scia del clintonismo e del blairismo, come forza maggioritaria, lasciando fuori rifondazione comunista, cioè la sinistra massimalista. Il risultato è stato la nascita di un partito che per essere di governo e quindi istituzionalmente corretto, si è allontanato dalle problematiche della gente comune guardando più ai processi globali che a quelli locali. Inoltre come dice Occhetto, nel PD è saltato l'equilibrio tra ragione e sentimento, un partito che ha separato i valori dei diritti civili da quelli sociali. "Per i primi bastano semplici dichiarazioni, per i secondi bisogna rimboccarsi le maniche."
Non a caso il dualismo mai veramente risolto tra le due anime interne, quella democristiana e socialista (Margherita vs DS) ha dato vita ad un partito fatto di tante dichiarazioni e poca sostanza. La necessità di preservare gli equilibri interni ha dato vita ad un partito timoroso, rappresentativo del cosiddetto politicamente corretto. Un partito più accademico che sociale, più teorico che pratico. Un partito ad empatia zero. Non so quale possa essere la soluzione, ma senz'altro il PD deve ritornare a farsi carico delle problematiche della gente comune. Parlare di meno dei massimi sistemi e ritornare a proporre (ma l'ha mai fatto?) soluzioni più pratiche, senza essere troppo perfeziosti.
Per fare questo può cominciare a fare tesoro delle tante esperienze locali dove ha saputo amministrare con il giusto equilibrio. 

 


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