È stato un anno pazzesco. Sicuramente drammatico, un po' per tutti per come l'abbiamo vissuto.
Qualcuno avrà sicuramente coltivato dei bei ricordi, germogliati come primule in questo arido anno. Ma sono ricordi da custodire quasi silenziosamente perché quest'anno la mortalità e più in generale la sofferenza è sta altissima. In questo anno luttuoso nonostante le piccole soddisfazioni, che non posso negare di non avere avuto, non me la sento di trarre un bilancio positivo (e vuoi anche perché questa parola è paradossalmente diventata una delle più temute da sentirsi dire). Sinceramente non ho neppure grandi aspettative per il 2020, perché nonostante sia visto come un anno di svolta, non penso determini chissà quali repentini cambiamenti. Il ritorno alla cosiddetta normalità sarà (e dovrà essere) molto lento. Ed è forse proprio grazie a questa lentezza che ci verrà richiesta, nel senso che ci verrà richiesto di fare ancora i bravi per un po' (vedasi nota AIFA in materia vaccinazione) che dovremmo fare tesoro delle cose che potremmo migliorare della nostra tanto problematica società. Ma comunque sia senza dilungarmi in troppa retorica, non possono mancare i buoni propositi per il nuovo anno. Che poi alla fine sono sempre gli stessi degli anni passati.
Quest'anno però uno in più me lo voglio fare.
Come la pietra nera custodita alla Mecca, forse frammento di una meteorite caduta dal cielo, un bel giorno di giugno anch'io mi sono ritrovato ad un tratto a convivere con un tesoro tanto prezioso. Beninteso, le cose non nascono per caso perché il rapporto era maturato da un bel po' di tempo, ma con la timidezza che contraddistingue entrambi.
Ebbene, per il nuovo anno come proposito ci aggiungo questo: meritarmela un po' di più, ogni giorno, passo dopo passo.
Un caro buon anno a tutti.
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