24 settembre 2016

L'Europa in noi.

Il professor Vincenzo Zeno-Zencovich ci spiega bene che oggi la Costituzione italiana è composta da tre testi: la costituzione originaria del 1948, il trattato di Lisbona, il trattato sul funzionamento dell'Unione Europea. La parte sui diritti fondamentali, la consolidata prima parte della nostra carta, è sostituita nella sostanza dalla carta di Nizza.  
Gli articoli dal 35 in poi relativi ai rapporti economici sono interamente sostituiti dal trattato sul funzionamento dell'Unione Europea e da altre disposizioni. 
Inoltre ci fa notare che ci sono ben due distinte modalità di modifica della costituzione: quella complessa dell'art. 38 e quella più semplice che passa attraverso la ratifica parlamentare degli accordi internazionali, accordi che poggiano sull'art. 11 e che comportano modifiche della costituzione con legge ordinaria. Le modifiche autonome, fatte "da noi", devono avere maggioranza assoluta e sono sottoposte a referendum, quelle eteronome, provenienti dall'alto sono votate dalla maggioranza parlamentare e secondo l'art. 75 non possono essere sottoposte a referendum abrogativo. 
Infine la costituzione va vista nel suo respirare quotidiano attraverso la giurisprudenza di una corte suprema che si compone in pratica di due organi: la corte costituzionale e la corte di giustizia dell'Unione Europea. E la nostra corte costituzionale ha deciso di rimettere questioni pregiudiziali alla corte di giustizia cioè di avere il potere di interpretare la normativa comunitaria qualora essa in ipotesi potrebbe confliggere con la nostra costituzione. 
Dunque la nostra Costituzione è in larga misura una costituzione Europea, modificata da giudici europei e modificata secondo i trattati. Il governo del paese è in larga misura un governo europeo. Pertanto incentrato sul potere esecutivo espresso dal consiglio e dalla commissione. L'art. 14 del trattato di Lisbona afferma che il parlamento europeo partecipa alla funzione legislativa, non che ha potere a riguardo. Il suo voto non è vincolante in quanto si chiede il consenso del Consiglio (la maggioranza per respingere una proposta del Consiglio è altissima). Per tanto quando si disquisisce sul futuro del sistema parlamentare e sul rafforzamento del potere esecutivo bisognerebbe tenere conto di quello che è già normale nel contesto Europeo .

Nessun commento: