14 maggio 2010
LA MASTURBAZIONE
Al giorno d'oggi si può dire che la masturbazione sia stata del tutto sdoganata. Non viene fatta più rientrare nelle pratiche che alimentano i propri sensi di colpa. Ci si confessa dicendo di aver commesso atti in puri, con forma generica e senza troppa convinzione di aver commesso un peccato. Qualcuno, quando se ne parla, ricorda in modo spiritoso la vecchia credenza in cui si sosteneva che poteva addirittura portare alla cecità. Negli sguardi di chi ascolta si legge quasi un sospiro di sollievo. Se le conseguenze sono assurde, vuol dire che l'unico pericolo sta nei pregiudizi di una società sempre più relegata al passato. Anche le ragazze non hanno più nessuna vergogna di affermare che ogni tanto si masturbano. Per i maschi poi è diventata una pratica consigliabile contro l'insorgenza del tumore alla prostata. Sembra che l'eiaculazione ne possa allontanare il rischio. Naturalmente non ha perso del tutto una sua accezione negativa, anche se non ne rimane molta. In particolare nel rapporto di coppia l'autoerotismo potrebbe far pensare a qualche problema di relazione. Ma nella sostanza la masturbazione continua a rientrare in una pratica simbolica del tutto slegata da una scelta di tipo razionale. Non ci si masturba per ritagliarsi un piccolo spazio di piacere. Ci si masturba perchè ci si vuole fare fuori. La masturbazione rappresenta un quotidiano atto distruttivo di se stessi. Il suo significato simbolico è quello del suicidio. Chi non si masturba è già arrivato a dio e in genere porta la tonaca. Nella vita di un adolescente diventa quasi una tappa forzata per poter prendere confidenza con i cambiamenti del proprio corpo. Ma ha valore nell'adolescenza proprio perchè il suicidio della propria anima rientra nel processo formativo e trasformativo essenziale per un sano sviluppo psichico. Nella morte di noi stessi ripetiamo il ciclo della vita per sperimentare di continuo una nuova nascita ovvero una nuova possibilità. Ma è soltanto nell'atto sessuale con il proprio partner che si può attuare la creazione di una vita che simbolicamente rappresenta il completamento delle proprie specifiche mancanze. L'altro diventa il nostro specchio che ci permette di guardare l'intimo che è in noi anche al di fuori dei propri occhi. Uno sguardo che può infine prendere strada nella meravigliosa nascita di un figlio. La masturbazione diventa uno stanco ripetersi. Ci si consuma nel proprio continuo riciclo. Ci si riduce a guardare se stessi, chiudendo gli occhi per non essere feriti dalla relazione con il prossimo. E alla fine ci si accorge di non saper proprio più vedere.
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