28 settembre 2008

LA FIUMANA


Costretto a rimanere impalato contro il muro, mi sono messo ad analizzare con lo sguardo la fiumana di gente che passeggiava per le vie storiche del centro di Monza. Mi sono subito venuti in mente i ritratti grotteschi di Leonardo da Vinci, dalle fisionomie mostruose dei volti. Sarà stato per il fatto che a quell'ora della domenica pomeriggio ci si può soltanto annoiare, ma le persone mi sono parse più brutte del solito. Sarebbe facile girare una nuova scena del film "il ritorno dei morti viventi" puntando la telecamera su una situazione del genere. Ognuno mi sembrava goffo, quasi come se fosse la caricatura di se stesso. Le espressioni avevano le combinazioni più deplorevoli. Ho visto tante facce stupide, rozze, infantili, tirate, depresse, seriose, insomma di uomini che devono pensare ad andare avanti come tanti muli senza dover rimanere incantati a guardarsi allo specchio. Questa è la gente con la sua pelle rugosa, che fa trapelare il proprio stato d'animo anche da una semplice camminata, scoordinata e scazzata. Sono carne che respira dentro tante bomboniere fatte dai vestiti all'ultima moda, da quelli che piacciono, da quelli che si hanno e da quelli che si portano come se fossero la propria muta. Se manca il filtro dello schermo, è questa l'umanità che abbiamo di fronte, fatta di esseri pateticamente umili, inutili gli uni agli altri per quanto nessuno sia indispensabile. Ho sbadigliato. Mi son sentito sopraffatto da una dose massiccia di noia. Le mie osservazioni non avevano avuto nessun tipo di rimando positivo. Allora mi sono messo a guardare me stesso. Logorato da una bieca ignoranza, non sono riuscito neppure ad immaginarmi brutto e storto tra quella fiumana di gente. Sono rimasto impalato, fermo ad aspettare che qualcuno cambiasse canale.

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