
I bambini di oggi hanno troppe cose, sono iperstimolati e dunque confusi e nervosi. Hanno addirittura un casino di insegnanti alla scuola elementare. Insomma i problemi nascono già nel luogo dove dovrebbero avere una figura di riferimento solida e stabile che sappia formarli ed educarli. E poi perchè tutti questi statali in più da pagare. Ma che si torni come una volta! Questo in sintesi è il pensiero e il ragionamento della maggior parte delle persone che hanno visto l'introduzione di un numero maggiore di insegnanti, fin dai primi anni della scuola dell'obbligo, come un ulteriore danno alle successive dannate generazioni di ragazzi. Il fattore statalismo e sprechi annessi è qualcosa che fa sempre presa sull'opinione pubblica. E' diventato dunque facile immaginare il ritorno al maestro unico come qualcosa di profondamente salutare. Naturalmente il nuovo governo, geniale nel seguire ogni sorta di strategia di marketing, ha colto la palla al balzo. La nuova ministra dell'istruzione non ha trovato di meglio che fare un grande ritorno al maestro unico. Gli applausi sono stati fragorosi, più delle risate, favorite almeno dall'assonanza, delle tre i, internet, impresa, inglese, come la magica soluzione ad una miglior crescita formativa dei nostri figli. D'altronde ha anche il sostegno dei soliti psicologi, pedagogisti, educatori e pseudosimili. Un editoriale de "il corriere della sera" rincara la dose dicendo:"Il ritorno all'insegnante unico non deve in questa luce scandalizzare, ha un senso profondo, anzi andrebbe gestito con maggiore concentrato coraggio: solo una personalizzazione forte e continuata del processo formativo iniziale può garantire ai giovani di possedere un solido «tondino di ferro» su cui agglomerare i successivi input formativi". Questi considerazioni nascono da diversi presupposti, alcuni giusti, altri discutibili. Una riforma scolastica, se non altro per stare al passo coi tempi, è opportuna. Non si può pretendere che il modello educativo e formativo sia lo stesso per tutte le generazioni. Ma io non sarei troppo sicuro che stiamo andando verso un inesorabile decadimento. Mi sembra che, maggior possibilità economiche a parte, il numero di ragazzi con una certa istruzione sia aumentato rispetto al passato. Certamente insufficiente se paragonato con gli altri stati europei, ma il livello medio di apprendimento scolastico non si discosta da quello dei nostri padri. Forse sapevano qualche poesia in più a memoria. Dei giovani si ha poi un'immagine a dir poco caotica. Si pensa che ci sia un proliferare di bulli. Ma non penso che siano aumentati sotto la spinta narcisistica di fenomeni mediatici come l'utilizzo di youtube. In medicina molte patologie sono aumentate perchè si sono affinati i metodi diagnostici. Siamo di fronte a qualcosa di simile. Un dato certo è che il numero di suicidi tra i ragazzi non conosce nè chi sa quale impennata, nè particolari variazioni rispetto a precedenti statistiche. Dunque niente allarmisti. La scuola a differenza di quella del passato dovrebbe cogliere l'aspetto evolutivo che costituisce ormai ogni ambito della vita umana. Altro che riproporre, pur solo nella forma, modelli e concezioni che hanno fatto il lor tempo. Con questo, ripeto, non voglio negare che non ci siano dei problemi da affrontare, ma se si cavalca la demagogia si rischiano soltanto di fare dei danni. Non ci sono poi tutti questi insegnati alla corte dei nostri piccoli, al massimo principalmente tre. Le figure di riferimento sono importanti e se sono tali non hanno neanche bisogno di avere un monopolio assoluto sulla gestione, e conseguente influenza, degli alunni. Alle medie e al liceo c'è una certa differenza tra la professoressa di italiano e quello di educazione tecnica. Alle elementari (o quello che c'è adesso) i filoni d'insegnamento principali, materie letterarie e scientifiche, possono benissimo essere gestiti da due insegnati. Darebbero più regolarità ai programmi. Le nozioni di base necessitano comunque della massima professionalità che si traduce nella più adatta metodologia d'insegnamento. Una volta molti maestri improvvisavano, il mio ci diceva che il fa andava scritto con l'accento. Eppure questo per me è stato un ottimo maestro. Ma purtroppo lo è stato un pessimo per altri. Ecco che forse più figure avrebbero limitato i danni. E poi l'ora di religione, il catechismo, l'allenatore, non hanno certo favorito una crescita confusa. Almeno due insegnati diminuisco la probabilità di far crescere un ragazzo con una figura nociva accanto, pronta a marchiarlo come un irrecuperabile asino. Se poi uno ha avuto la fortuna come me di avere all'asilo due deliziose insegnati, allora tutto di guadagnato.
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