
Se dovessi dare una definizione di chi sia un alternativo, non avrei più nessun modello a cui poter far riferimento. Anzi, forse l'unico vero alternativo è stato un personaggio come Gesù di Nazereth, per lo meno da come ci è presentato dai vangeli e dalle credenze collettive. Sarebbe del tutto improprio pensare ad un alternativo come ad una persona che frequentemente si dissocia nel modo di pensare e di comportarsi dal resto della gente. L'alternativo non potrebbe nemmeno essere identificato con colui che si oppone a priori a qualsia soluzione proposta. Non potrebbe esserlo perchè diventerebbe una definizione troppo ampia e soprattutto interesserebbe troppe persone da diventare un termine in contraddizione con quello che vuol significare. In una società in cui il cambiamento è ormai fine a sè stesso, c'è una tale alternanza di idee e di costumi che l'essere alternativi diventa un momento impercettibile perchè ci si ritrova in un attimo privi di originalità e facenti parte di una massa già pronta a cambiare. La moda che è la sorella gemella della pubblicità ha fatto del continuo cambiamento un' eterna stasi. Rifarsi a dei modelli passati vuol dire periodicamente essere di moda. Sembrerebbe che per essere alternativi bisognerebbe far fede alla coerenza, ma ci si ridurrebbe soltanto ad essere una macchietta delle proprie ottuse idee che alternativamente ricalcherebbero anche il comune sentire. E' un uomo quello moderno che non sa più come stupirsi per cui periodicamente attinge dal suo passato con l'ingenuità di chi si trova di fronte ad una novità assoluta. Ma poi a pensarci bene come si fa ad essere alternativi sotto un' influenza mediatica senza precedenti. Alla fine siamo tutti tirati per i fili come se fossimo dei burattini. In questo Gesù rappresenta una profonda eccezione.
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