01 maggio 2008

GIORNALISTI SENZA PAROLE


L'informazione deve anche saper dare la giusta importanza alle notizie. Ho avuto modo di partecipare a quella che molto probabilmente è stata una delle raccolte firme più partecipata e riuscita svoltasi in un solo giorno. Il numero di firme raccolte e autentificate è già ampiamente sufficiente per poter richiedere dei referendum. Le piazze e numerosi angoli delle strade delle città italiane hanno visto gente in fila a firmare pazientemente in attesa del proprio turno. Evidentemente il problema dell'informazione è particolarmente sentito. Eppure nel giorno in cui molti giornalisti dovrebbero riflettere in merito alle critiche che ad essi vengono rivolte, fino a tacciarli di essere squallidi leccaculo dei propri direttori o proprietari o delle proprie correnti partitiche, danno dimostrazione di non saper più fare giornalismo. Ho cercato nei notiziari serali, sulle testate giornalistiche online e all'indomani sui quotidiani di carta, un servizio che parlasse di quello che senza ombra di dubbio è stato un evento. Ebbene, è prevalso il silenzio. Le notizie di un certo peso non possono poi essere del tutto negate, se non altro perchè hanno interessato centinaia di migliaia di persone. Allora se ne da notizia con qualche riga tanto per far vedere di essere pluralisti. Sarebbero numerosi gli esempi di articoli del tutto futili che all'indomani del "v day 2" hanno avuto molto più spazio. Neanche sulle testate locali hanno saputo fare meglio. Inoltre la maggior parte degli articoli metteva soltanto l'accento sugli aspetti sarcastici di un personaggio come Beppe Grillo che ha invece il merito di porre l'accento sui problemi reali. Insomma una notizia data al fine di denigrare tanta gente che non ne può più di un'informazione suddita. I giornalisti hanno perso una bella occasione per riflettere sullo svolgimento della propria attività.

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